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Pietro Delise, leggenda fra le leggende.

foto di: Faber Cucchetti

Ha creato personaggi  e locali notturni  che restano scolpiti durante oltre mezzo secolo di storia. Ripercorriamo alcune tappe fondamentali…

 

…La mia vita notturna inizia a Roma il 17 febbraio 1965, giorno di inaugurazione del mitico Piper Club, come primo barman. Nell’estate passai al Piper di Riccione, sotto un tendone. Rimasi lì anche l’inverno ma alla Stalla di Paolo Bacilieri. L’estate successiva ancora a Riccione ma al Bobo e l’inverno al Bobino di Cortina sempre come barman. Successivamente, estate a Villa Alta, il locale più prestigioso della Costa Adriatica. In quel periodo i barman venivano “acquistati” con ingaggi particolari in base alla loro bravura. Feci ancora una stagione a Rimini a La Mecca ed i proprietari mi proposero di cominciare una nuova avventura con loro a Cortina, dove avevano appena acquistato il Canadian. Mi dettero carta bianca, inventai il nome Bilbò. Grande successo, tanto che riuscii a convincerli a vendere La Mecca e fare un Bilbò anche al mare. Sarà la prima storica discoteca di Riccione, dove lanciai prima Gianni Naso e poi Billo. Dopo tre anni chiamai Alberigo Crocetta e Renzo Gallo e prendemmo La Cabala a Roma. Altro successo per due anni. Poi capitò che Gilberto Iannozzi offrisse a me ed a Gil Cagné la Graticola. D’accordo con Gil diventò il Jackie O’, e per più di quattro anni fu un successo irripetibile. Successivamente per due anni rilanciai il mitico Piperchiamandolo Make up in onore di Gil e Piper 80 per far seguitare la storia. Grande soddisfazione del boss Giancarlo Bornigia a cui mi ha legato una grande affettuosa amicizia. E poi ci furono il Gil‘s, il Valadier 14, lo Scorpio a Porto Cervo…

 

Fermati, per carità! Cominciamo a rievocare alcuni episodi. Da testimone delle radici del Piper, devi raccontarci come tutto iniziò in via Tagliamento a metà degli anni 60, sull’onda lunga della Dolce Vita

 

Era il 17 marzo 1965. Alberigo Crocetta convinse Giancarlo Bornigia a convertire uno scantinato in via Tagliamento in un locale da ballo sulla scia di quelli che aveva visto a Londra. A loro si unirono Pucci Tornielli e Sandro Diotallevi (che uscì dalla società molto presto). Fuori nevicava e circa 2000 persone aspettavano per entrare. Da allora la legenda continua. Io ero il barman che fu testimone di tutto questo. Alcuni mesi dopo, mentre non lavoravo già più lì, ballando notai una ragazza molto carina che contraccambiava i miei sguardi, seduta con Alberigo Crocetta e altri due uomini. Improvvisamente si alzò venendo verso di me e mi chiese di ballare con lei. Era un atteggiamento molto audace in quel tempo. Girammo tutta la notte per Roma con la mia Fiat 500. La sera dopo le presentai Romano Morandi, bassista dell’Equipe 84 e… Colpo di fulmine! La mattina seguente andammo a Ostia per un bagno e nel pomeriggio Romano provava con la band mentre Nicoletta preparava il suo esordio. E che esordio! Fu il periodo in cui mi trasferivo stagionalmente, d’estate a Riccione e d’inverno a Cortina. Riccione e Forte dei Marmi sono state le culle della dolce vita.

Nell’immaginario di quel Piperviene sempre inserita Patti Pravo, ma non solo lei. Chi e cosa ricordi di personaggi che nacquero in quel periodo e passarono da lì sotto?

… Arrivai a Roma nel 1972 riaprendo La Cabala. Si notava già un certo fermento.Richard BurtonElisabetta Taylor ed altri attori internazionali venivano per passare una serata divertente ed esclusiva dopo aver girato a Cinecittà. Il cinema italiano era in grande rilancio. Due anni dopo, nel 1974, arrivò una grande occasione che presi al volo: Gilberto Iannozzi offrì a Gil e me in affitto quello che avremmo chiamato Jackie O’.

 

Roma era già Roma, ma negli anni 60 Riccionedebuttava fra le località che facevano moda e tu eri nei posti giusti. Raccontaci qualcosa di quel periodo in cui si ballava con cantanti e orchestre.

… La costa Adriatica brulicava di balere e night club. Ho lavorato in molti di essi, ma quelli che hanno lasciato il segno sono Villa Alta di Bepi Savioli, mitica figura della mondanità riccionese, il Bobo sulla spiaggia a Misano, e il Bilbò. Villa Alta era il vero locale d’élite. Orchestre come quelle di Peppino di CapriFred BongustoBruno MartinoAndrea Mingardi, Avallone, Piergiorgio Farina, si alternavano ogni 15 giorni. I camerieri lavoravano in frac. Unico elemento di rottura con la tradizione ero io dietro al bar con la classica giacca crema dei barman ma con delle camice fantastiche, spesso di seta, che mi forniva un amico-cliente, titolare della più bella azienda italiana di camicie. Le disegnava Giorgio Armani, allora anche lui sconosciuto e in cerca di gloria. Alcune settimane fa sono tornato a Riccione dove ho sentito Ciccio Saponaro – si chiama così – e abbiamo ricordato anche le sue mitiche camicie. Durante il week end organizzato da Gianni Viola, mitico personaggio della colonia dei play boy di Bologna, e da sua moglie Antonella, era presente anche Danilo Endrici che fu proprietario del Bobo di Riccione e di quello di Cortina. Fui il barman in entrambi i locali. Il Bobo di Riccione fu il primo a portare orchestre con musicisti di colore che si alternavano con d.j. anche loro colored. Successo meraviglioso dettato dal ritmo della musica dei neri. Il Bilbò fu un’avventura fantastica con un clamore senza eguali sulla costa. Insieme ai fratelli Magrino di Mestre avevamo aperto il Bilbò a Cortina (inventai il nome ispirato dal Bilboque di Parigi) e li convinsi  ad aprire a Riccione la prima vera discoteca dell’Adriatico, terra di balere e night club. Il successo fu imbarazzante. Portai Gianni Naso come dj nel primo anno, e poi il nome Bilbò è  diventato una leggenda sia lì che a Cortina.

 

Allora il barman era il grande protagonista del locale notturno. Come sono cambiati il ruolo e la professionalità durante i decenni e come sei passato dal bancone alla direzione?

 

…Il barman è stato negli anni 60-70 sicuramente una figura di riferimento. A Riccione venivamo assunti con ingaggi importanti pur di strapparci dai locali dove lavoravamo, tipo i calciatori. La funzione principale erano le pubbliche relazioni. Se un barman cambiava locale veniva seguito dalla sua clientela e faceva tendenza. Il mio passaggio alla direzione e agli utili sui guadagni fu agevolato dai fratelli Magrino che ebbero l’intuizione di affidarmi il Bilbò di Cortina e successivamente quello di Riccione.

Dopo Roma e Riccione, ti trovasti in un’altra meta clamorosa. Parlaci di quella Cortinamodaiola che ha ispirato anche tante commedie all’italiana. 

… Cortina fine anni 60 era insieme a Saint Moritz il centro mondiale della mondanità invernale. Natalie Delon e Sharon Tate erano là per un film e la sera spesso venivano da noi al Bobino con Danilo EndriciFranco Rapetti e gli altri play boy doc. Marta Marzotto dominava con le sue feste dove incontravi gli Agnelli,  gli Zoppas, i De Longhi ed altri industriali. Ernest Sachs, fratello di Gunther, mi telefonava per sapere se il tempo era bello e con l’elicottero personale mi raggiungeva al ristorante il Caminetto per andare insieme a fare una sciata.

Arriviamo ad una svolta epocale, quando le orchestre vennero soppiantate da un nuovo modo di fare musica per la pista. Inventaste il disc jockey

… Il passaggio da orchestra a discoteca cominciò a Saint Tropez, poi a Milano al Number One con la mitica Marilù Corradi, prima donna DJ in Italia. Io feci la prima discoteca della costa Adriatica, contro il parere di tutti e la paura del fallimento da parte dei miei mecenati. Invece fu un vero boom. Dopo Marilù, che venne successivamente al Number One di Roma e con me alla Cabala, ci furono Gianni Naso (poi presidente della categoria), BilloClaudio Casalini (da me lanciato al Jackie O’) ed un grandioso Paolo Micioni che strappai all’Easy Going e che fu protagonista del rilancio del Make up – Piper 80. E a questo proposito non si deve dimenticare Beppe Farnetti, già alla consolle nel 1965 del Piper intervallando le orchestre, le prime Equipe84 e i Rokes.

Fine anni 70, l’esplosione della disco musice l’inizio di un’epoca. Chi ti convinse a tornare a Roma?

… Tornai a Roma aprendo con Alberigo Crocetta e Renzo Gallo La Cabalaapprofittando dello scandalo del Number One, chiuso per droga ma poi assolto. Capii che a Roma stava rinascendo la mondanità internazionale. Nel periodo della disco music io ero già nella Capitale. Avevo aperto con Gil Cagné il Jackie O’, che considero il mio capolavoro. Scusatemi un po’ di presunzione.

La tua amicizia con Gil Cagné costituisce un capitolo fondamentale per la tua carriera e per l’epica delle notti capitoline. Come nacque e che episodi consideri indimenticabili?

… L’amicizia tra mia moglie Paola e Gil Cagné nacque a Milano e fece sì che, unita alla mia conduzione tecnica del club, creasse quel connubio straordinario che portò il locale al successo internazionale. Paola e Gil hanno rappresentato nella mia vita professionale qualcosa di straordinario e irripetibile. Due personaggi nella mondanità  che non erano secondi a nessuno.

 

Non hai vinto le tue sfide professionali solo in locali d’élite. Negli anni 80, tornando al Piper, hai rinnovato un marchio storico mentre veniva insidiato da altre mega discoteche. Raccontaci come andò e quali furono le difficoltà che superasti nell’affrontare un pubblico più numeroso.

… Nel 1980 ci buttammo nell’avventura del Piper. Bisognava dare una immagine moderna. Decisi, visto che con me e Giancarlo Bornigia c’era anche Gil, di chiamarlo Make-up Piper 80. Funzionò. Completai l’operazione con l’ingaggio alla consolle, composta da 5 piatti, di Paolo Micioni che organizzò l’inaugurazione in una serata indimenticabile, aiutato dal laser e da un light jockey.

 

Capitolo a parte per la Sardegna. Una particolare clientela romana la invadeva e animava le tue notti.

… Nel 1982 presi lo Scorpio a Porto Cervo dove avevo una clientela internazionale e italiana di altissimo livello. Organizzai cene e feste meravigliose per Saro Balsamo, Adnan Kassogi, Corradino Augusta, Mick Flick (proprietario della Mercedes Benz), Amin e Karin Aga Kan, Pierino Stucchi, Raphael (fondatore di Porto Raphael), ecc.

 

Nuovo millennio: come ti sei ritrovato e chi ha raccolto le tue eredità professionali

… Non sono in grado di designare eredi per il semplice fatto che la vita notturna è cambiata in modo eccezionale e gli imprenditori di oggi pensano sia sufficiente ingaggiare un DJ alla moda per fare successo. A volte succede ma dura poco. La mia generazione aveva fatto la gavetta ed avevamo avuto dei maestri straordinari.

 

Se oggi ti chiedessero di creare un nuovo locale notturno, degno del tuo trascorso, come e dove lo progetteresti?

… Un nuovo locale sarà difficile. Non mi mancano le idee, però non è ancora il momento. Ma mai dire mai.

A proposito di quante ne hai vissute, e di quante ne potresti raccontare: perché non hai ancora scritto un libro?

… Il libro me lo chiedono da molto. Faber, forse ti riterrò responsabile dopo questa chiacchierata, se succederà.

 

Sfiori gli ottant’anni e sei sempre perfettamente in forma: in tanti ti ammirano e si chiedono quale sia il tuo segreto…

 

… E’ vero gli ottanta sono vicini, ma per fortuna la testa è quella di quando ne avevo 50. Fare sport, mangiare sano, non aver mai fumato né bevuto oltre il lecito, mi hanno aiutato a conservarmi in maniera dignitosa.

 

 

Faber Cucchetti