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Roma al metro, linea A, cosa si può vedere se si scende a Colle Albani

foto di: Immagini prese dal web

Colli Albani è una fermata della linea A della Metropolitana di Roma, ecco cosa si può vedere nelle vicinanze, dal parco regionale della Via Appia fino al parco della Caffarella, luoghi perfetti per una passeggiata nel verde

La prima tratta costruita della linea A

Colli Albani è una fermata della linea A della metropolitana di Roma al confine tra i quartieri Tuscolano e Appio-Latino. Il nome deriva dall’omonimo Largo dei Colli Albani, nei pressi del quale sono situate le uscite. La fermata di Colli Albani fu costruita come parte della prima tratta della linea A della metropolitana, entrata in servizio il 16 febbraio 1980. Per il turista che si trova a scendere lì è possibile dopo una camminata raggiungere il parco archeologico dell’Appia Antica, sviluppato a partire dai progetti di recupero iniziati dopo l’Unità d’Italia.

La storia recente dell’Appia Antica

Nel 1931 il Piano regolatore prevede l’Appia Antica come un grande parco che ha rischiato, sia con l’abusivismo edilizio del secondo dopo guerra, sia con la realizzazione del Grande raccordo anulare, di essere contaminato dall’intervento umano. Alla fine degli anni cinquanta Antonio Cederna e l’associazione Italia Nostra avviano una lunga battaglia per la salvaguardia dell’Appia Antica, che coinvolge sempre più l’opinione pubblica, finché nel 1988 la Regione approva l’istituzione del Parco Regionale. Nel 2002 il Parco è stato ampliato con l’acquisizione definitiva della tenuta di Tor Marancia. Il territorio del Parco è rimasto al 95% di proprietà privata: il 40% appartiene ancora alle antiche tenute dell’aristocrazia romana, il 25% a società, il 21% a piccoli proprietari, il 10% a enti religiosi.

Il parco della Caffarella, area ricca di archeologia e verde

Una parte del Parco Regionale dell’Appia Antica è occupata dal Parco della Caffarella, un’area di circa 200 ettari, dove sono concentrate straordinarie qualità archeologiche e paesaggistiche. Il nome deriva dalla famiglia Caffarelli, proprietaria del fondo per circa tre secoli fino al 1800.  All’interno  si possono ammirare cinque cisterne romane databili fin dall’epoca repubblicana, il Tempio del Dio Redicolo, il Colombario di Costantino, il Tempio di Cerere e Faustina, le Valche, torri e mulini costruiti intorno all’XI secolo in prossimità del fiume Almone per la lavorazione e il lavaggio di lana e tessuti., una torre della fine del XII secolo, diversi casali, il laghetto del Pioppetto, delle sorgenti e tre lecci appartenenti al bosco sacro.