"Troppi galli a cantà non se fa mai giorno" un caotico modo di dire
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I modi di dire sono spesso delle guide turistiche ma a volte sono anche in grado di dare dei consigli sulla vita e sull’amore. Uno di questi è “Voi fatte amà? Fatte sospirà”. Lo conoscevi?
Sono delle ottime guide turistiche perché permettono di conoscere Roma, la sua storia e tutto quello che ha da offrire. Spesso però sono anche dei buoni insegnanti, perché regalano dei consigli sia sul come bisognerebbe vivere la vita che sul come bisognerebbe amare.
Uno di questi è “Voi fatte amà? Fatte sospirà”.
È un modo di dire piuttosto comune a Roma, ma che difficilmente chi abita fuori dalle sue mura lo conosce. In italiano corretto si traduce in “Vuoi farti amare? Fatti desiderare” e in modo molto diretto invita qualcuno a non rincorrere la persona di cui si è innamorato con la speranza che poi venga ricambiato, ma piuttosto a farsi desiderare, perché prima o poi sarà quest’altra persona a rincorrerlo.
In realtà il classico detto dice che “In amore vince chi fugge”, ma in realtà anche chi si fa desiderare ha delle ottime possibilità di vittoria e di conseguenza di sperimentare l’amore.
“Voi fatte amà? Fatte sospirà” è però solamente uno dei tanti modi di dire sull’amore che trasformano il romanesco in un piccolo Cupido. Sono tutti molto diretti e in alcuni casi sono anche ricchi d’ironia, ma a volte sono anche in grado di regalare dei bellissimi consigli sull’amore.
Uno di questi è sicuramente “L’amore inizia quanno l’omo comincia a cantà e finisce quando comincia a piagne”, che in pratica vuol dire che l’amore nasce nel momento in cui si prova una grande felicità e finisce invece quando al suo posto subentra una profonda tristezza.
Un secondo davvero romantico è poi “Me so m’briacato de na donna l’altra sera, è stata la sbronza più potente de la vita mia”. Può essere una bellissima dichiarazione nei confronti di chi si ama.
Un ultimo modo di dire sull’amore è poi “Me so domandato che vol dì la parola amore, e l’ho capita quanno mi madre m’ha fatto la carbonara”. È molto ironico ed è la dimostrazione di un altro tipo di amore, ovvero quello per la carbonara e la mamma.
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