Martedì grasso, feste in salotto e restrizioni covid
16 Febbraio 2021
Ogni anno conclude il carnevale e dà avvio alla quaresima, ma quest’anno il martedì grasso sarà particolare, come ogni altra festa ormai
Il martedì grasso, la maschera del covid
Ha sempre chiuso il periodo di carnevale, con carri addobbati, travestimenti di ogni tipo e stelle filanti. Ha sempre preceduto il mercoledì delle ceneri e dato avvio ai giorni della Quaresima. Anche quest’anno farà lo stesso, ma al posto delle maschere si porterà la mascherina, perché come ogni festa, da un anno a questa parte ormai, anche il martedì grasso risentirà delle restrizioni causa covid.
(Fonte: Corriere della città)
L’emergenza sanitaria, infatti, non si è ancora lontanamente placata, attenuata manco a parlanne e c’è persino chi vocifera di un nuovo lockdown. Così, quest’anno niente feste, niente piazze piene di coriandoli e niente corse per sfuggire alle bombolette spray cariche di spume colorate. Aggiungendosi alle altre, come ennesima rinuncia, questo sarà il martedì grasso meno grasso di sempre, a causa di un virus infame che, anzi, restando in tema, comincia a mascherarsi – lui – nelle più astute varianti. Ma cos’è il martedì grasso? E perché si chiama così?
Cos’è il martedì grasso
Per comprendere l’aggettivo “grasso“, bisogna tornare all’etimologia della parola carnevale, dal latino carnem levare, ovvero togliere la carne. Tradizione vuole che, usanza della Quaresima, fosse infatti non mangiare la carne. Il martedì grasso, che ne precedeva l’inizio, rappresentava allora l’ultimo giorno possibile per mangiarne un pò, ché si sa tra i cibi prelibati, appunto grassi, rimasti in dispensa, in primis c’era la carne. Questo giorno simboleggiava, insomma, l’ultimo banchetto e la rinuncia alla carne, prima del lungo digiuno.
(Fonte: Casilina News)
Per lo stesso motivo, poi, ci si mascherava e si faceva baldoria, come fossero gli ultimi divertimenti consentiti prima dei famosi quaranta giorni “di privazione” religiosi. Già dal Medioevo, d’altra parte, il carnevale esisteva: in Italia nella forma della fasnachat, cioè festa di piazza, una festa di benvenuto alla primavera, in cui nobili e meno abbienti si mascheravano, scambiandosi di ruolo; in Francia come Fete des Fous, festa dei folli, in cui ognuno poteva fare e apparire come voleva.
Gli stop del covid-19 ai festeggiamenti del carnevale
In Inghilterra, ad esempio, non si parla solo di Shrove Tuesday, ma di Pancake Day, ricordando la pietanza simbolo di questo periodo. Un pò come frappe e castagnole, per noi romani.
E tuttavia, come ogni evento, nessuno sconto per il martedì grasso che, come gli altri, risentirà delle restrizioni. E, a fare le spese, gli appuntamenti più celebri del mondo, cancellati causa covid: non solo la coloratissima sfilata di Rio de Janeiro o la parata di New Orleans, ma un celebre festeggiamento vanto italiano, il carnevale di Venezia.
(Fonte: Scuola Rossello Roma)
Eppure senza perdersi d’animo – ché semo italiani e romani tosti noi – molti abbracciano le vie e le piazze alternative, quelle social! Fra video e foto di festeggiamenti casalinghi, pochi hanno rinunciato alla gioia del carnevale, soprattutto i bambini. Al via allora a maschere, dolci tradizionali e feste in salone!
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