Franco Califano, il maledetto poeta di Roma dallo stile inconfondibile | Roma.Com

Franco Califano, il maledetto poeta di Roma dallo stile inconfondibile

È uno dei cantautori più amati di sempre e anche l’università di New York lo ha premiato per aver scritto una delle più belle pagine della storia della musica. Vi ricordate di Franco Califano? Quali sono le vostre canzoni preferite?

Uno stile unico con una vita senza freni

È stato definito in molti modi a causa del suo sfrenato stile di vita e del suo modo di fare musica, ma probabilmente l’aggettivo che gli si addice di più è semplicemente “unico”. Era un uomo scomodo agli occhi altrui, a tratti scandoloso, ma nessuno era in grado di raccontare l’amore come sapeva fare lui.

Ancora oggi è difficile paragonare lo stile di Franco Califano a quello di qualche altro artista. Era un cantautore poetico, provocatorio in grado di saper “giocare” con la musica. Era un genio della sperimentazione, che sapeva incantare con la musica e con le parole. Tutti apprezzavano il suo modo di scrivere ed erano tantissimi gli interpreti che sognavano una canzone realizzata da Franco Califano.

È stato infatti lo scrivere canzoni per altri che ha portato l’artista al successo. Le sue parole cantate dalle più belle voci d’Italia come Mina e Mia Martini avevano fatto il giro del mondo e avevano permesso a Franco Califano di farsi conoscere, come scrittore per altri e poi anche come cantautore.

Ancora oggi i suoi brani sono considerati come degli importanti pezzi di storia della musica.

Un’occasione persa in “La musica è finita”

È probabilmente una delle canzoni più celebri di Ornella Vanoni, che porta la firma della poetica penna di Franco Califano.

È un pezzo che è stato scritto per essere presentato al Festival di Sanremo del 1967, nel quale si è guadagnato il quarto posto, gareggiando poi con dei colossi della musica come Lucio Dalla e Claudio Villa.

La musica è finita” è un brano dolce ma malinconico, che racconta dell’incontro tra una ragazza e il suo vecchio fidanzato durante una festa. Di un incontro che però non vede il riavvicinamento della coppia, ma solo un piccolo scambio di saluti e sorrisi. Di un’occasione bruciata che avrebbe potuto risanare un rapporto.

La rassegnazione di una donna in “Minuetto”

È stata la canzone più ascoltata e venduta del 1973, che ha portato alla ribalta la voce di Mia Martini e la penna di Franco Califano. “Minuetto” è un brano struggente che ha come protagonista una donna che si sente insoddisfatta della sua relazione ma che comunque non riesce a lasciar andare il proprio uomo.

La sua vita è un ciclo continuo di seduzione e abbandono che non ha fine. Il brano infatti termina con la rassegnazione della donna che ormai è incapace di lasciare il proprio compagno.

La banalità dell’amore in “Tutto il resto è noia”

È un brano del 1976 ed ancora oggi è considerato uno dei più famosi della storia della musica italiana. Sembra che sia stata anche oggetto di discussione nelle scuole.

Anche “Tutto il resto è noia” come molte canzoni firmate da Franco Califano è malinconica e ha come tema l’amore. Racconta delle emozioni che regala l’inizio di una storia d’amore, che con il tempo finiscono per spegnersi. I giorni diventano banali e la foga dell’amore lascia spazio alla noia.

Tanti riconoscimenti per un cantautore unico nel suo genere

Negli anni quindi Franco Califano ha ottenuto una serie di riconoscimenti, che hanno permesso all’artista di essere uno dei più amati al mondo. A New York per esempio gli è stata conferita una laurea honoris causa, per aver scritto una delle pagine più belle della storia della musica italiana.

A Rieti invece gli è stata dedicata una piazza, in ricordo di tutte le canzoni che ha emozionato e che continua ad incantare intere generazioni.

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