“Tra Sacro e Profano” la pittura di Ulisse Scintu a Palazzo Ruspoli
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Il 26 dicembre si celebra il giorno di Santo Stefano, il primo martire cristiano. Proprio il 26 dicembre però Roma è stata colpita nei secoli da una serie di eventi catastrofici. Vi ricordate quali?
Le feste di Natale non si fermano al 25 dicembre ma proseguono anche nella giornata del 26, quella dedicata a Santo Stefano. Quest’ultimo è stato il primo martire cristiano, ovvero la persona che ha dato totalmente la propria vita per poter diffondere la parola di Dio. La Chiesa cattolica ha voluto quindi dedicargli una giornata intera, indicando così il 26 dicembre come festivo.
Santo Stefano era stato uno dei primi seguaci degli Apostoli. Era ben visto dal popolo ma non dal sinedrio, che lo fece giustiziare. Tra i suoi uccisori vi era anche Saulo, meglio noto come San Paolo, che prima di convertirsi al cristianesimo era un persecutore dei cristiani. Santo Stefano è quindi importante per la religione cristiana, per questo motivo è giusto onorarlo almeno per un giorno.
Il 26 dicembre è quindi considerato un giorno di festa durante il quale proseguono le abbuffate e le riunioni tra parenti. In realtà però questa giornata non è così felice come può sembrare. La storia infatti identifica il 26 dicembre come la giornata delle catastrofi, molte delle quali sono avvenute proprio a Roma.
Ad esempio proprio il 26 dicembre del 1870 Roma aveva subito una delle peggiori alluvioni della storia. Proprio pochi mesi dopo la breccia di Porta Pia e l’annessione di Roma all’Italia, quasi come se si trattasse di un segno divino, la città fu colpita da una forte ed interminabile pioggia che fece straripare il Tevere. Roma uscì devastata da quest’alluvione e sembrò essersi trasformata in una piccola Venezia. L’acqua raggiunse il cuore della città, arrivando addirittura al Pantheon ed a Piazza del Popolo. Il quartiere Prati fu invece sommerso.
Terminata l’alluvione era quindi necessario fare qualcosa per evitare ulteriori danni. Si riunì quindi una commissione speciale che decise di realizzare delle mura per il Tevere per evitare che questo potesse esondare di nuovo. Garibaldi che ai tempi era membro della commissione, propose addirittura di deviare il percorso del fiume ma si trattava di un’operazione troppo complicata, costosa e pericolosa per questo motivo la prima decisione fu la definitiva.
L’alluvione del 1870 non è però la sola catastrofe avvenuta a Roma proprio il 26 dicembre. Nel 1927 in un bel pomeriggio del giorno di Santo Stefano un potente terremoto ha colpito la zona dei Colli Albani ed ha rovinato anche alcuni palazzi della Capitale. Nemi però è stata la città che ha subito più danni insieme a Genzano. Diversi edifici sono stati distrutti oppure fortemente danneggiati e diverse persone sono rimaste senza una casa.
Fortunatamente però Roma ha anche vissuto dei bei momenti durante il 26 dicembre. Ad esempio nel 1822 è stato inaugurato uno dei teatri più antichi di tutta la Capitale, ovvero il maestoso Teatro Valle attraverso lo spettacolo “Il Corsaro“. Nel secolo successivo durante la giornata di Santo Stefano è stato invece aperto per la prima volta l’ippodromo Tor di Valle di Roma, considerato uno dei più grandi di tutta l’Europa.
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