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I primi re di Roma furono, per la maggior parte, etruschi e sapete da dove provenivano? Da Tarquinia! Da quel momento, la dinastia di Roma si legò indissolubilmente alla storia dei suoi confini e, fra le altre, anche a Cerveteri
Situata fra la città di Roma e la provincia più a sud della Toscana, Grosseto, Tarquinia fu uno dei centri più importanti, economicamente e socialmente parlando, della dodecapoli etrusca (dal greco “dodeca”, dodici e “polis”, città, riunite in un’unica alleanza). Attualmente compresa nella provincia di Viterbo, la città costruì rapporti con Roma sin dall’antichità. L’assimilazione di Tarquinia, da parte della Capitale, e il contatto fra le due furono fruttuosi soprattutto agli inizi: da questa connessione si genererò la dinastia etrusca dei primi re di Roma (Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo). Dinastia, che svolse un ruolo di primaria importanza nella storia della città latina. Tra Roma e Tarquinia non mancarono comunque numerosi screzi, almeno fino alla Battaglia di Sentino, che segnò il momento di completa annessione di quest’ultima ai territori romani della regio VII Etruria. Per questo motivo, gli stessi romani cominciarono a sfruttarne il territorio fecondo: qui sorse uno dei primi porti di Roma, quello di Gravisca, precedente rispetto a quello di Civitavecchia e utile agli scambi commerciali con l’oriente.
Risalente all’epoca etrusca-romana, altra città importante fu Cerveteri: dapprima stanziamento greco, col nome di Agylla, poi in mano agli Etruschi, sotto il nome di Caere e, infine, alleata di Roma, la città fu fondamentale soprattutto in due occasioni. Le sue vicende, indici di un destino già segnato dagli inizi, furono infatti abbastanza movimentate: oltre a combattere a fianco dei Cartaginesi, contro i Focei, perdendo ma di fatto contrastando l’avanzata greca nel Mar Tirreno occidentale; più tardi, a fianco di Roma, difese il territorio dai Galli. È in questa occasione che, molte vestali o personalità in fuga dalla Capitale, dopo il Sacco da parte degli invasori nordici, i cosiddetti barbari, trovarono riparo nel suo territorio: la coraggiosa Cerveteri, sebbene silenziosamente rivale di Roma, per il predominio nell’Italia centrale, prese le parti della città eterna, arrivando addirittura in Sabina a recuperare il bottino, dai Galli in fuga. Nei secoli successivi, quelli più vicini a noi, poi, si distinse sempre come zona rurale e centro agricolo per eccellenza, nei pressi di Roma. Per questo motivo, non è raro trovare ancor oggi, in questa zona, numerosi vigneti o aziende dedicate al settore dell’agricoltura.
Ma perché parlare di Tarquinia e Cerveteri, relativamente a Roma? A parte, la loro evidente influenza etrusca sulla Capitale, queste due cittadine furono dichiarate nel 2004, all’interno del World Heritage List dell’UNESCO, testimonianze uniche ed eccezionali dell’antica presenza etrusca in Italia, la sola civiltà urbana di epoca pre-romana. E, se vi capiterà di andare, Covid permettendo, avrete la fortuna di ammirare, una dopo l’latra, passo dopo passo, le tracce di questa incredibile storia dal valore inestimabile. Fra questi due spettacolari territori sorgono, infatti, numerose necropoli. In particolare, a Cerveteri potrete visitare quella di Banditaccia e, a Tarquinia, quella dei Monterozzi su l’altura detta “La Civita“. Quest’ultima inoltre, da marzo 2011, è la prima città patrimonio dell’umanità ad avere una segnaletica Qr Code, utile ad ottenere informazioni, sulle attrazioni, direttamente sul proprio dispositivo mobile. Insomma, fra straordinarie serie di dipinti, tombe e cunicoli etruschi, le due zone, ai confini di Roma, rappresentano aree d’interesse tutt’altro che banali, essendo al contrario proprietarie dei segni pittorici più cospicui a noi giunti di arte etrusca: straordinari documenti di pittura antica precedenti all’imperialismo romano.
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