“Narciso, la fotografia allo specchio”, una mostra che riflette sul concetto del doppio
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2006, viene rinvenuto nella spazzatura di Roma un quadro: è originale, non è originale, ma soprattutto da chi è firmato?
Che Roma sia per eccellenza una delle città più artistiche della penisola non è una novità, ma cosa accadde quando un’opera d’arte venne rinvenuta tra alcuni rifiuti del quartiere La Rustica?
2006, in mezzo ad alcune buste nere e qualche cassettone dell’immondizia, salta all’occhio un oggetto che nulla ha a che vedere con la spazzatura. Lo sguardo stupito e incredulo di un uomo si muove tra gli scarti veloce, per capire di cosa si tratta. Fossero stati scavi nel terreno, era prevedibile pensare di scorgervi qualche pezzo unico al mondo, ma lì tra rifiuti e sporcizia chi avrebbe mai pensato di rinvenire qualcosa? Accade spesso a Roma, lo metti in conto: è uno dei motivi per cui i lavori, la maggior parte delle volte, procedono lentamente in questa città. Tuttavia, quel giorno non si tratta di cantieri, né di siti archeologici. Tra i cassonetti, quel giorno, nascosta in mezzo a ciò che gettiamo via, c’è una tela.
Subito saltano agli occhi il verde sullo sfondo, gli occhi azzurri quasi vuoti del volto ritratto, e le linee allungate: per chi conosce le caratteristiche dei maggiori pittori italiani, quelle forme portano la firma di artista inconfondibile. In mezzo ai quei cassonetti, in mezzo ai residui di pranzi e cene delle famiglie del quartiere, è impossibile sbagliare: quello che viene trovato è un quadro di Amedeo Modigliani! Subito orde di giornalisti e critici d’arte accorrono sul posto. Sembra un evento spettacolare, forse lo è. Sarà originale? – si chiedono – come è arrivato fin lì?
D’altra parte, non ci sono legami particolarmente profondi fra Modigliani e Roma, eppure la sua Odette – questo il nome dato successivamente all’opera – è proprio lì, alla periferia di quell’Impero dai grandi monumenti.
Tutti voi ricorderete le celebri teste false attribuite all’artista nel 1984 e ritrovate in un canale di Livorno, perciò i critici si affrettano a discutere dell’autenticità o meno del quadro. Nel 2016, la questione dividerà ancora: che si tratti di una nuova Beffa di Modì?
Il racconto continuerà a godere, comunque, di una suggestione tutta sua e di un’aura fantastica di cui è, ancor oggi, difficile privarlo.
A 10 anni dalla faccenda (nel 2016), sebbene un pool di studiosi francesi continuasse a dichiararlo indubbiamente un falso per la fattura e la scelta cromatica, una società privata in collaborazione con l’Istituto Amedeo Modigliani di Roma ne sosterrà l’autenticità. In particolare, lo storico dell’arte Alberto D’Atanasio, affermerà: «non possiamo affermare che Odette sia stata dipinta da Modigliani, ma possiamo dire con certezza che non è un falso». Le analisi chimiche confermerebbero, infatti, che sia i pigmenti, sia gli strati sovrapposti rimandino agli ultimi anni di vita di Modigliani. Per questo, Odette, ben ripulita e rattoppata dal morso di qualche topo, verrà esposta in una mostra a Spoleto.
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