Alla scoperta dei dintorni di Università La Sapienza
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Quanto ci siamo divertiti con Spelacchio? Gli addobbi di Roma spesso fanno pensare alle caratteristiche stesse della romanità: sono incantevoli e, allo stesso tempo, divertenti e bizzarri. Quest’anno siete andati a farvi un giro alla scoperta degli alberi di Natale della Capitale?
Roma è bella di per sé e su questo non c’è dubbio, sotto Natale, però, l’atmosfera si fa ancora più romantica, più suggestiva, più incantevole, più! Semplicemente, più! I viali alberati si riempiono di addobbi, dalle finestre dei palazzi lampeggiano prepotenti le lucette di qualche albero e le piazze, aaah le piazze, che meraviglia sono? In questo periodo dell’anno, il freddo delle temperature viene spazzato via dal calore delle sue stupende vie, ornate a festa; passeggiare per Roma diventa all’improvviso un’esperienza surreale, perché ogni piccolo angolo trasuda amore, familiarità e serenità. Il Natale, a Roma, diventa solo l’apostrofo perfetto posto su di una città che, da sé, è già portavoce di indicibile bellezza. Allora girovagare, stretti fra sciarpe e cappotti, a tutti sembra pesare meno, rapiti dall’incanto di qualche nastro natalizio; e uscire di casa è meno faticoso, perché sembra si possa prender parte ad una meravigliosa favola, ad un meraviglioso racconto che, seppur ripetuto ogni anno, ogni anno stupisce lo stesso, facendo sentire, i romani, gli abitati fortunati di questo magnifico luogo.
(Fonte: Il Faro Online)
Partendo dal centro, Roma si trucca, si imbelletta e si veste come in vista di un gala, e la sua intramontabile eleganza lascia ognuno esterrefatto. Persino il povero Spelacchio, al centro di Piazza Venezia e, in passato, pure al centro di numerose critiche, quest’anno si fa spettacolare più che mai: di fatto, proprio nell’anno più strano di sempre, segnato da emergenze e restrizioni, e forse proprio con l’intento di risollevare gli umori, Spelacchio fa l’upgrade e diventa luminoso, scintillante e degno, nella sua centralità, di una città come Roma. E, ora, provate a dirgli qualcosa! Nella sua forma smagliante, l’ormai antico albero scarno, ironico e tenero, oggi, si fa portavoce, in tutta la sua maestosità, della rinascita e della possibilità di ritornare in pista più forti che mai. Spelacchio diventa la metafora della speranza: il simbolo di un cambiamento che sa portare tempi migliori, l’auspicio che ogni situazione brutta prima o poi passerà, lasciandoci più forti di prima. 100 mila luci al Led e 800 palline, di colori diversi, svettano allora nel cuore di Roma, testimoni di una grandezza mai perduta, davanti l’Altare della Patria, quindi sotto lo sguardo attento dell’Italia intera.
(Fonte: Romatoday)
Poco distante, a fare da contraltare al rinato Spelacchio, torna come da calendario il celebre albero di Natale al Vaticano. E qui, davvero, ci son sempre poche parole da dire. Sarà che il papa, e la religione cattolica, amino particolarmente il Natale, per via del suo significato religioso, ma anche quest’anno lo Stato della Chiesa non fa sconti a nessuno e sfoggia l’ennesimo capolavoro sempreverde natalizio. Peccio di 28 metri, con un diametro di circa 70 centimetri, per 300 anni di vita, arrivato da una delle zone più rigogliose della Slovenia, l’abete addobbato di Piazza San Pietro, fronte Cupolone, sa lasciare sempre di stucco. Ognuno lo sa e infatti una capatina non gli si nega mai, credenti o meno.
(Fonte: Il Faro Online)
Ad accompagnare il simbolo mainstream del Natale, poi, anche quest’anno il famoso presepe, in statue di ceramica.
(Fonte: AbruzzoLive)
Per non parlare delle luminarie di Via del Corso che ci costringeranno, come sempre, a camminare a naso in sù, per osservarle e, come ha spiegato il Campidoglio, rappresentano uno strumento importante di aiuto e di sostegno, visti i tempi, ai commercianti locali in crisi.
(Fonte: Te La Trovo Io)
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