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Per le vie di Roma, le origini di quella santa mai esistita

foto di: Immagini prese dal web

Come nascono alcuni nomi di alcune vie di Roma? E chi era questa fantomatica “Santa Passera” mai esistita? Lo stradario di roma.com!

L’odonomastica capitolina

Persino il turista più inesperto è in grado di collocare e spiegare l’origine di nomi di vie famosissime della Città Eterna, come Piazza Venezia (da Palazzo Venezia) o Piazza di Spagna (ove ha sede l’Ambasciata, appunto, di Spagna). Ma quali sono e dove si trovano, invece le strade, i vicoli e le piazze intitolate ai personaggi più improbabili o dai nomi più curiosi?


(Fonte: Metro Roma)

Prima di scoprirlo, c’è bisogno di una piccola premessa sul sistema di denominazione che caratterizza le strade della capitale. Odonoche? Il termine (dal greco hodós ‘via’, ‘strada’, e onomastikòs, ‘atto a denominare’) è un po’ inconsueto, ma altro non designa che la specifica branca dell’onomastica urbana, cioè lo studio storico-linguistico dell’insieme dei nomi di vie, piazze e viali che costituiscono la rete stradale di un centro abitato.

Breve “stradario” della capitale

L’urbe nasconde inevitabilmente centinaia di aneddoti per ciascun toponimo. Per districarsi in questo labirinto ci viene in aiuto la classificazione in macrocategorie con cui si può inquadrare il fittissimo reticolato stradale di Roma. Le vie che portano il nome di antichi mestieri (via dei Giubbonari, via dei Coronari) si concentrano nel perimetro che da Piazza Venezia attraversa il quartiere ebraico, fino a costeggiare Corso Vittorio Emanuele II. Tra queste, i nomi più strampalati sono Via dei Banchi Vecchi e Nuovi e via delle Botteghe Oscure: le prime si riferiscono ai banchi, appunto, degli studi di notai che vi avevano sede in passato, e l’ultima al fatto che i locali commerciali lì presenti erano spesso sprovvisti di finestre! Via delle Zoccolette, tra Corso Vittorio Emanuele II e il Ponte Garibaldi, si riferisce alle calzature delle orfanelle che venivano accolte nel convento che sorgeva in quella strada.


(Fonte: Vistanet)

Passando per il Rione Ludovisi, dove iniziano i toponimi regionali (Via Sardegna, Via Campania), tra il quartiere Trieste e Coppedè si moltiplicano  i nomi geografici. L’andamento tematico si mantiene lungo via Nomentana, nei cui pressi sorge il cosiddetto Quartiere Italia, dai nomi dedicati alle province. E, ancora, si raggruppano in diverse zone di Roma i nomi di pontefici, eroi risorgimentali (concentrati attorno alla stazione Termini e a via Nazionale), artisti, medici (tutti ricordati in vie attorno al Policlinico, come Piazza Galeno e Viale Ippocrate), conquistatori (convogliati nel quartiere Ostiense, da viale Marco Polo a piazzale Ferdinando Magellano).

 

Pioppi, cefali e sante inventate

Anche le strade più conosciute possono, però, trarre in inganno. Piazza del Popolo, ad esempio, non ha niente a che fare con il volgo, come il nome potrebbe erroneamente far pensare. Il suo nome nasce dal boschetto di pioppi che anticamente ne ricopriva l’area, poiché pioppo in latino si diceva, appunto, “populus”.
Roma è piena di vie intitolate ad animali, da Via delle Vacche (per la presenza di stalle) a Via della Scrofa (dall’insegna di una locanda raffigurante una femmina di maiale), da Via del Babuino (dalla fontana del Sileno, ribattezzato ‘babbuino’ dagli abitanti del quartiere per le sue sembianze scimmiesche) a Via Leonina. Tra queste strade a tema bestiale sembrerebbe rientrare anche Vicolo del Cefalo, dal pesce così denominato: in realtà, questa stradina situata tra Via Giulia e il Lungotevere dei Sangallo deve il suo nome alla storpiatura  di Cevoli o Ceuli, cognome della famiglia pisana che abitò il vicino Palazzo Sacchetti.
Numerosissimi sono, ovviamente, gli odonimi originati da chiese, monumenti e palazzi dedicati a pontefici, sovrani e santi. Tra queste c’è la via che prende il nome da una chiesa dedicata a una santa che non troverete su alcun calendario, poiché non è mai esistita: Santa Passera. In origine, infatti, aveva il nome di San Ciro, in latino medievale “Abba Cyri”. La corruzione del termine ha prodotto “Sant’Abbaciro”, “Sant’Appaciro”, “Sant’Appacero”, “Santa Pacera”, fino all’attuale Santa Passera.


(Fonte: Fanpage)