Alla scoperta dei dintorni di Marmorata/Gelsomini
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Restò attivo per dieci anni, dal 1954 al 1964, e poi fu chiuso: sapevi che alla Stazione termini prima c’era un museo? Che fine hanno le sue curiose opere?
Negli anni ’50 venne allestito al piano interrato della Stazione Termini un museo. Non c’erano quadri, statue e nemmeno istallazioni moderne, però. Ciò che si poteva andare a visitare era piuttosto il Museo ferroviario di Roma, predisposto e di proprietà delle Ferrovie dello Stato, con veicoli e materiali ferroviari. Inaugurato il 4 luglio 1954 si trattava di un’area di 280 mq, poi ampliata a 2100 mq, per far posto ai numerosi oggetti. Oltre alla riproduzione della locomotiva Bayard, una delle prime a vapore per la tratta Napoli-Portici, allestita insieme al suo treno, vi erano cinque sezioni d’esposizione: una dedicata agli impianti di segnalamento e sicurezza; una alle opere civili; una all’armamento; una all’elettrificazione; e una ai rotabili. Si terminava, infine, con la sezione documenti d’archivio, ricca di pubblicazioni, iconografie e numismatica; di una sala per le proiezioni di documentari in merito; e di una zona in cui era esposto il plastico realizzato dall’ingegnere Gino Minucciani nel 1937.
Era chiaro che non si trattava solo di un semplice museo, uno di quelli per la sola conservazione di un repertorio, ma di un vero e proprio centro di divulgazione. Il luogo divenne talmente celebre in quegli anni che, per la curiosità, la ricchezza delle collezioni e la comoda ubicazione, fu visitato da centinaia di migliaia di persone, compreso qualche addetto ai lavori.
Tuttavia, restò nella Stazione più importante e centrale di Roma soltanto per dieci anni. Nel 1964, l’impossibilità di ampliarlo ancora e di trovare nella Città Eterna un posto abbastanza grande da ospitarlo, spinse infatti i dirigenti delle Ferrovie a chiuderlo. I pezzi unici vennero allora trasferiti una parte al Museo nazionale della e della tecnica “Leonardo Da Vinci“ di Milano, dove nel 1969 era stata inaugurata la sezione “Trasporti ferroviari“; un’altra parte, prima al deposito locomotive di Merano, poi al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa.
Dovete sapere che già una volta, prima del 1954, le Ferrovie avevano organizzato una mostra a Roma. Una collezione di apparecchi e oggettistica ferroviaria era apparsa in un magazzino, poi saccheggiato durante la seconda guerra mondiale, della stazione di Roma Porta Portese. Un tempo, infatti, poco distante dal famoso mercato di Porta Portese esisteva una stazione ferroviaria, a dire la verità la seconda ad entrare in esercizio a Roma, dopo quella di Porta Maggiore. Faceva parte della linea Roma-Civitavecchia, costruita in soli 30 mesi, la stazione di Porta Portese, e fu attivata il 16 aprile del 1859, con due coppie di corse al giorno della durata di due ore e mezza. In grado di ospitare a bordo oltre duecento persone, era formata di undici locomotive a vapore francesi e di una locomotiva inglese, con 21 carrozze di prima classe e 25 di seconda.
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