Alla scoperta dei dintorni di Marmorata/Gelsomini
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Il 31 dicembre del 1929 il tram che ti portava in giro al centro di Roma portò a termine la sua ultima corsa…
C’era una volta Roma, Roma in bianco in nero. C’era una volta una città che si muoveva piano, con poche macchine e meno traffico, ma simile in parte a quella che conosciamo oggi. Una Roma viva e vivace, caciarona e poi improvvisamente silenziosa davanti alla maestosità dei suoi monumenti. C’erano una volta gli anni ’20 a Roma, e le persone che si muovevano da una parte all’altra della città a piedi, coi cavalli, con le prime automobili o col tram. Eh si, perché in quella Roma là, per girare al centro, esisteva un tram. Tutti prendevano il tram, anzi ce se attaccavano proprio quando era pieno, perciò c’era il detto “attaccate ar tram“.
Il 31 dicembre 1929, meno di un secolo fa, però, quel tram portò a termine la sua ultima corsa, passando per le vie e le piazze più iconiche della città.
Poteva considerarsi la prima linea di connessione con la Stazione Termini, il tram che passava per via Nazionale. Ma, più in generale, si poteva parlare di una circolazione totale, sull’intero territorio romano, di 800 motrici e 280 rimorchi; di 59 linee, con 140 km di impianti e 400 km di lunghezza d’esercizio. Esisteva persino una linea diretta a Ponte Milvio.
Quel dicembre del 1929, il tram passò un’ultima volta per via Nazionale, per Piazza Esedra, per via Milano, per Largo Tritone, per Piazza di Spagna, via del Babuino, Piazza del Popolo, Piazza Venezia, Largo Argentina e Piazza della Rotonda. Attraversò in lungo e in largo il centro cittadino, costeggiando i più bei monumenti della capitale: l’Altare della patria, la scalinata di Trinità de’ Monti, la Fontana dei Leoni e l’Obelisco Flaminio, ma anche le celebri rovine protagoniste delle Idi di marzo e il Pantheon.
Facciamo un gioco: sai riconoscere questo luogo?
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