La Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami e la storia della sua confraternita
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Roma abbraccia le opere di Street Art da anni. Tanti sono gli esempi di murales che puoi trovare in giro per la città. Alcuni anche molto emozionanti, perché dedicati a grandi artisti della romanità, come Gigi Proietti o Alberto Sordi. Molte opere di “arte da strada” sono, poi, iconiche e rappresentative della storia di un quartiere, come l’elefante disegnato sui muri della stazione metro di Rebibbia. Ciò che forse non sai è che, nel corso degli anni, la Street Art ha cominciato a porsi domande sulla sostenibilità. Soprattutto perché, per creare, si usano vernici e bombolette non esattamente eco, quindi agenti in qualche misura “inquinanti”. Per risolvere l’impasse, e intraprendere nuove strade, allora, molti artisti hanno cominciato ad utilizzare colori innovativi, capaci non solo di abbellire un muro, ma di catturare lo smog.
In questo modo, quindi, pure la Street Art passa per l’ecologia, trovando soluzioni green che la rendano al contempo estetica ed utile. Un po’ come un purificatore d’aria, infatti, la nuova tecnologia della vernice bio-tech cattura l’inquinamento causato dallo smog delle automobili.
Nella capitale, in particolare, gli interventi sono stati due ed entrambi hanno riscosso grandissimo successo. Uno è il più grande murales d’Europa mangia smog, si chiama Hunting pollution, è di Federico Massa (alias Iena Cruz) e si trova in via del Porto Fluviale. Una creatura marina, o meglio un uccello che cerca di prendere la sua preda e, nel frattempo, si avvale della tecnica airlite per ripulire l’aria. L’altro, dedicato a La Karl Du Pigné (personaggio di spicco del movimento lgbt+), dell’artista JDL, in via Tessalonica, rappresenta una coppia in bianco e nero, contro l’omofobia, e si trova sulla parete dell’Istituto tecnico industriale statale Armellini, nel quartiere San Paolo.
Questa frontiera della Street Art, che vede a Roma le prime opere, è stata di recente esportata persino in Olanda. Ad Amsterdam, infatti, la stessa artista dell’ultimo murales eco friendly di Roma, ovvero JDL ha da poco inaugurato un altra opera mangia smog, la titanica Diversity in Bureaucracy. L’immagine di una giovane ballerina surinamese che danza in un tornado di carte, per far riflettere sul tema della disuguaglianza e delle disparità sociali.
D’altra parte, la Street Art nasce anche come critica e come lotta sociale. È evidente nell’artista Banksy, ad esempio. Se a questo si unisce l’attenzione maggiore all’ambiente, anzi, addirittura un giovamento, come in questo caso, perché non farlo?
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