Da “Daruma” all’Eur, il sushi e il relax vanno a braccetto
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Ciò che caratterizza la notte di Capodanno a Roma è soprattutto legato alle tradizioni culinarie della città. Quali sono i piatti tipici della romanità per il cenone?
Dagli antipasti ai dolci, la tradizione gastronomica romana per il cenone di Capodanno si riconferma ogni anno essere davvero ricca e gustosa. Durante la notte di San Silvestro, infatti, tanti sono i piatti che la tradizione del territorio romano mette a disposizione, sia di terra che di mare.
Partendo dall’antipasto è immancabile il tagliere all’italiana, composto di salumi, ma anche di formaggi, cocktail di gamberetti, sottaceti o frattaglie (come la trippa alla romana, la coratella o la coda alla vaccinara). Per i primi, invece, non solo le intramontabili tagliatelle, fatte a mano e non, con ragù o sugo in bianco, ma per gli amanti del pesce gli intramontabili spaghetti con vongole veraci.
La seconda portata si compone, poi, di vari tipi di pietanze: dal pesce al forno con le patate, al pollo, ai saltimbocca alla romana, al cotechino o al cappone, con verdure di stagione. Tutte portate accompagnate dall’immancabile baccalà fritto, dai broccoli romaneschi e dai fiori di zucca.
(Fonte: Roma – la Repubblica)
Nessuno sconto anche per i dolci di Capodanno che, nel rispetto della tradizione, vanno dal panpepato, al croccante, ai mostaccioli, alle fave dei morti, ai maritozzi con la panna o allo sfizioso pangiallo, ripieno di frutta candita, mandorle e cacao.
Infine, regine della superstizione legata all’avvento dell’anno nuovo, sarà bene assicurarsi che sulla tavola non manchino le lenticchie, da molti consumate dopo la mezzanotte, e mangiate rigorosamente con le mani. Col cotechino, lo zampone o senza nulla, questi legumi rappresentano l’abbondanza e sono da sempre di buon auspicio per l’anno che arriverà. Come loro, anche il melograno: simbolo di buona fortuna, anche per i nostri antenati.
Dopo il cenone, inoltre, tornano (o forse non se ne sono mai andati) i giochi da tavola preferiti dal romano, come la tombola o le partite a carte.
A mezzanotte, infine, fra urla, auguri e stelle filanti accese e luminose, un’altra tipica usanza romana è quella dei cocci rotti. Nata per allontanare il passato e fare in modo che l’anno nuovo sia migliore di quello appena finito, al termine della cena ognuno rompe piatti o bicchieri vecchi con cui si è cenato, o che si sono tenuti da parte nei mesi precedenti, scaraventandoli a terra in segno di buon augurio per il futuro.
Vi raccomandiamo, anche se era bellissimo vederne qualcuno presso il Colosseo, di non utilizzare i botti di Capodanno. Sebbene offrano spesso uno spettacolo indimenticabile, tanto da tenere grandi e piccini a naso in su, ogni anno spaventano anche migliaia di animali. Le alternative, poi, sono ormai tante: sono davvero indispensabili i fuochi d’artificio?
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