Alla scoperta dei dintorni della fermata Scalo San Lorenzo/Ausoni
Scalo San Lorenzo/Ausoni è una fermata delle linee 19 e 3 della città di Roma. Nelle sue vicinanze è possibile visitare il Cimitero[...]
Popolo di primati e invenzioni, c’è da dire però che gli antichi romani avevano abitudini anche piuttosto particolari. Una fra tutte il “fulgur conditium”, una pratica con la quale seppellivano i fulmini. Si, avete capito bene, li seppellivano! Vediamo insieme in cosa consisteva di preciso…
Tra i principali autori romani ne hanno parlato, in alcuni loro scritti, sia Plinio il Vecchio sia Seneca: il rito del Fulgur conditum, anche detto Bidental, era una una pratica piuttosto in voga in epoca romana classica. In cosa consisteva? Tipica consuetudine dei cittadini, col Fulgar conditum gli antichi segnalavano le zone colpite dai fulmini. La curiosità di questo rituale era però il modo in cui si procedeva ad indicare questo luogo: delimitato da un recinto sacro, nello spazio in cui il fulmine si era scaricato a terra, veniva scavata una fossa che, successivamente, i romani provvedevano a riempire con tutto ciò che poteva esser stato colpito. Infine, vi adagiavano sopra un’epigrafe, quasi si trattasse di una comune sepoltura, ed era a questo punto che il luogo diveniva sacro, assumendo il nome di Bidental. Col termine si rimandava, secondo due diverse ipotesi, infatti, o alla forma con cui solitamente si rappresentavano i fulmini, o alla vittima (una pecora a due denti) che i cittadini sacrificavano sul posto, una volta eretto il sepolcro, per espiare la paura dell’evento, onorare il sacrario e sconfessare l’eventualità di un’altra sciagura simile.
(Fonte: la Repubblica)
Ora, da alcune fonti, pare che questa tradizione avesse radici ancora più lontane, di quelle legate alla sola società romana. Furono, infatti, gli etruschi a redigere per primi numerosi studi e ricerche sui fulmini, inserendone le descrizioni all’interno del prontuario dei libri fulgurales. Testi che, oltre ad indicare le varie casistiche e le varie cause, elencavano le varie tipologie, di queste scariche elettriche. Ovviamente, come potete immaginare, neanche tentavano di darne spiegazioni scientifiche. Come altri fenomeni atmosferici, anche i fulmini venivano associati agli umori delle divinità. In particolare, erano 9 gli dei capaci di tali conseguenze: Giunone, Vulcano, Marte, Giove, Saturno, Minerva e gli arcaici Summano (dio dei tuoni), Veiove (protettore dell’Asylum, bosco di rifugio che si trovava nella sella del Campidoglio) e Sanco (d’origine sabina, il dio dei giuramenti). Scagliare fulmini, dunque, equivaleva, per gli antichi, alla modalità di comunicazione degli dei: era attraverso questi che le divinità esprimevano i loro sentimenti negativi nei riguardi dell’uomo, quindi il disappunto ad alcune loro azioni ritenute scorrette, ma anche l’ira, la collera e l’avversità. Fulmini, saette e lampi diventavano allora segni di qualcosa, persino di qualcosa che sarebbe accaduto di lì a breve, assumendo un vero e proprio valore premonitore.
All’occorrenza, quindi, toccava agli aruspici provare ad interpretarne le motivazioni. Un lavoro che, gli stessi, dividevano in tre fasi: l’esplorazione, ovvero l’analisi del fulmine, il suo colore, il suo frastuono e, in generale, la tipologia di accaduto; la spiegazione e definizione; e la scelta di come, e cosa fare, per ingraziarsi di nuovo il dio arrabbiato, cioè decidere in sostanza con quale sacrificio o cerimonia portarlo di nuovo dalla propria parte.
Tra gli imperatori di Roma, infine, ce ne fu uno talmente spaventato dai fulmini da far erigere un tempio a Giove Tonante, che poi andò distrutto a causa di un incendio. Stiamo parlando di Augusto che, durante una marcia notturna in Spagna, mentre veniva trasportato su una lettiga, vide colpire da un fulmine il servitore che lo precedeva. Per questo motivo, fece costruire il tempio: per ringraziare la divinità di avergli concesso la salvezza, come si evince dalle parole del De vita Caesarum di Svetonio.
«Consacrò un tempio a Giove Tonante per uno scampato pericolo: durante una marcia notturna, al tempo della spedizione contro i Cantabri, un fulmine aveva colpito la parte anteriore della sua lettiga e ucciso il servo che lo precedeva con una fiaccola»
(Fonte: la Repubblica)
Scalo San Lorenzo/Ausoni è una fermata delle linee 19 e 3 della città di Roma. Nelle sue vicinanze è possibile visitare il Cimitero[...]
Hai mai visitato questa pizza? Deve il nome alla nobile famiglia che ebbe una notevole importanza in epoca medievale e che qua aveva[...]
Situata in Piazza Barberini, la Fontana del Tritone è una delle opere più celebri di Bernini. Con il suo Tritone che emerge dalle[...]
Il Roseto Comunale di Roma riapre le sue porte, regalando uno spettacolo di colori e profumi ai piedi dell’Aventino. Con oltre 1.000 varietà[...]
Questo edificio religioso è stato costruito dopo la seconda guerra mondiale, con la facciata in mattoni, con portali in travertino, sculture e un[...]
Situata ai piedi della scalinata dell’Ara Coeli, questa piazza è un angolo suggestivo di Roma, circondato da storia e arte. Punto di accesso[...]
Nasce la CicloMare, la nuova pista ciclabile che collega il Colosseo a Ostia Antica, offrendo un percorso unico tra storia e natura. Un[...]
Nel cuore di Trastevere, la Chiesa di San Crisogono custodisce secoli di storia tra mosaici, affreschi e resti sotterranei di un’antica basilica paleocristiana.[...]
Hai mai visto questa fontana? È stata collocata nella piazza da cui prende il nome solamente un secolo fa, ma il suo progetto[...]
Manzoni è una fermata della linea 3 del tram di Roma. Scopriamo cosa è possibile visitare nelle sue vicinanze. Dal Museo storico della[...]
È un angolo della città dal sapore medievale, con alcuni palazzi storici e la chiesa dedicata a San Benedetto. Ma perché è stata[...]
Nel cuore di Roma, a pochi passi da Piazza Navona, la Chiesa di San Nicola dei Lorenesi è un piccolo gioiello barocco tutto[...]
Piazza del Campidoglio è uno dei luoghi più affascinanti di Roma, simbolo di arte e storia. Scoprila e lasciati incantare dalla sua bellezza[...]
La fermata Università La Sapienza è una tappa fondamentale per chi si sposta tra i principali punti di Roma. Situata vicino all’omonima università,[...]
Nel centrale rione Ponte, l’edificio ha origini antiche ma è stato completamente ristrutturato dal Bramante, con diversi restauri successivi e ha assunto il[...]