Anche ai tempi di Giulio Cesare c’era la ZTL a Roma
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Molti di voi conoscono, o hanno visitato, le Grotte Vaticane, ma quanti di voi hanno sentito parlare della Necropoli romana sotto la Basilica di San Pietro?
Si trova sotto la Basilica di San Pietro, in corrispondenza della sua navata centrale. Stiamo parando di un livello ancora inferiore rispetto alle Grotte Vaticane. La Necropoli romana, a dieci metri dalla superficie, venne edificata esattamente a fianco al luogo in cui sorgeva l’antico circo di Nerone.
(Fonte: TripAdvisor)
Quando non esisteva ancora Piazza San Pietro; il colonnato del Bernini, le fontane gemelle o la figura del Papa. In epoca romana l’area del Vaticano, sulla riva destra del Tevere, accoglieva infatti le famiglie più nobili di Roma. Era qui che decidevano di costruire le loro maestose residenze, spesso ornate di horti, cioè giardini decorati con piccoli templi e fontane in cui poter passeggiare. Come quello celebre di Agrippina Maggiore, madre del futuro imperatore Caligola. D’altra parte, questa zona era ben collegata al centro città: bastava attraversare Pons Neronianus e Pons Aelius (anche detto Pons Hadriani, attuale Ponte Sant’Angelo) per raggiungere il fulcro della socialità romana.
Ma come nacque questa vastissima area funebre? Innanzitutto, in ottemperanza alla legge di quel periodo, questo territorio sorse al di là delle mura cittadine. Quindi, dove oggi svetta il cupolone della Basilica di San Pietro, è probabile sorgesse l’antico confine urbanistico della città. In secondo luogo, pare fosse adibito, in larga parte, alla sepoltura di alcune famiglie di liberti. La “svolta” però si ebbe intorno al 64 d.C..
(Fonte: Genti e Paesi)
Dopo l’incendio di Roma, di cui vennero accusati i cristiani, questa zona fu trasformata in un vero e proprio palcoscenico d’esecuzioni, per mano dell’imperatore Nerone. È qui che passò a miglior vita il primo Vescovo di Roma, San Pietro, di fronte a quel circo ormai teatro di persecuzioni e macabre uccisioni. Più tardi, poi, oltre la piccola edicola funeraria, dedicata all’apostolo e passata alla storia come Trofeo di Gaio, l’imperatore Costantino posò la prima pietra, per la costruzione della futura Basilica.
E fu proprio per dare avvio all’imponente edificio che Costantino ordinò di livellare il Colle Vaticano. Così, se da un lato la creazione della spianata della cosiddetta platea Sancti Petri avrebbe dato vita alla celebre San Pietro; dall’altro il progetto causò l’interramento dell’antica area cimiteriale e la sua scomparsa nel sottosuolo. Dove, fra cunicoli bui e vicoli sotterranei stretti, attualmente è possibile visitare tombe pagane e cristiane di un periodo compreso fra il I e IV secolo d.C..
(Fonte: Knights of Columbus)
Il prezioso patrimonio di testimonianze, rimasto nascosto per oltre mille anni, fu scoperto intorno alla prima metà del ‘900, durante il pontificato di papa Pio XII (1939-1958). Per far spazio alla sua prossima sepoltura, infatti, il papa, ignaro di ciò che avrebbero trovato, diedi avvio ad alcuni lavori di abbassamento all’interno delle Grotte Vaticane. Così, rinvenuto prima un cornicione, poi mosaici, volte e mausolei, gli scavi e i restauri portarono alla luce negli anni ’90 il cimitero “a cielo aperto”. Stiamo parlando di circa 1.000 mt quadrati di ampiezza! Insomma, un’imponente struttura (pare ancora incompleta) che, dalle profondità della Basilica e della Via Triumphalis (odierna Via Leone IV), grazie al lavoro minuzioso e alle indagini di tantissimi archeologi, fece emergere, tra gli altri, numerosi affreschi e dipinti.
Ancor oggi, è possibile visitare questo incredibile luogo, soggetto ad un’attentissima conservazione da parte degli esperti della Fabbrica di San Pietro. I visitatori, ammessi in piccoli gruppi, attorno alle quindici persone, e accompagnati da una guida esperta, previa prenotazione (con dovuto anticipo), hanno l’opportunità di ammirare l’intero complesso, per una visita della durata di circa un’ora e mezza. Una percorso che, dalle antiche sepolture romane, termina la sua corsa presso la tomba di San Pietro, riconoscibile mediante l’iscrizione greca “Petros eni“, ovvero “Pietro è qui” (all’interno del Campo P, esattamente sotto l’altare maggiore della Basilica di San Pietro).
(Fonte: ScoprendoRoma)
Cosa avrete occasione di vedere? Uno degli esempi più importanti al mondo dell’arte funeraria romana dei primi secoli dell’Impero. Per lo più tombe, a pianta rettangolare, con porte munite di soglia, architrave e stipiti di travertino, finestre ai lati dell’iscrizione principale, un terrazzo e spesso un recinto antistante. Ma anche sarcofagi, decorazioni a stucco e facciate rivestite da laterzi rossi e gialli, per un calcolo approssimativo di 22 edifici, atti ad ospitare circa 1.000 sepolture. Tra le gens patrizie dell’antica Roma, che costruirono la loro tomba sulle pendici di questo colle, per ricchezza e prestigio troviamo, in particolare, la famiglia dei Valerii.
(Fonte: MonnoRoma)
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