Mercuralia, la festa dell’antica Roma dedicata ai mercanti
Roma era nota anche per il commercio e Mercurio era il dio che proteggeva i mercanti. Era celebrato alle idi di maggio, con[...]
Antica divinità greca, il culto di Attis si diffuse a Roma, nelle vesti di una festività molto simile alla Pasqua. Di cosa si trattava?
Chiaramente, la Pasqua, per come la intendiamo noi (come festività d’origine cristiana) nacque più tardi, rispetto alla celebrazione di Attis. E, tuttavia, entrambe recavano in sé delle caratteristiche comuni. Pochi di voi sapranno, infatti, che a festeggiare questo periodo dell’anno non fu solo il cristianesimo. Prima di esso furono anche la religione ebraica, con principi liturgici diversi da quelli cattolici, e la tradizione romana, mediante riti propiziatori pagani. In particolare, fra il 15 e il 28 marzo si svolgevano a Roma un ciclo di festività dedicate al dio Attis, noto servitore della dea Cibele.
(Fonte: Wikipedia)
E l’aspetto interessante di questo periodo di festività risiedeva nelle sue motivazioni. Eco di quelle che sono oggi le ragioni della celebrazione della nostra Pasqua, la morte e la resurrezione di Cristo, celebrare Attis significava, allo stesso modo, onorare la morte e la rinascita del dio. Ma perché era così importante commemorare questa divinità? Per comprenderlo, è necessario ripercorrere le tappe della storia e del mito legate ad Attis.
Secondo la tradizione frigia, tutto cominciò da una svista di Zeus (Giove romano), da cui nacque il demone Agdistis. Mentre il dio cercava di accoppiarsi, sul monte Agdos, con la Grande Madre, tradendo ancora una volta Giunone, un pò del suo liquido seminale cadde involontariamente su una pietra. Da quel masso, prese vita un essere intermediario fra il mondo divino e il mondo umano, una figura ermafrodita di eccezionale potenza. Gli dei dell’Olimpo romano, spaventati dalla forza che avrebbe avuto il demone, somma delle caratteristiche maschili, del padre Zeus, e delle femminili, della madre Cibele, inviarono Dioniso (Bacco) ad evirarlo durante il sonno. Il sangue che ne sgorgò, però, generò un albero di melograno (o mandorlo), lasciando ad Agdistis soltanto la sua parte femminile. Più tardi, una ninfa, tale Nana, cogliendo un frutto da quell’albero ne rimase incinta e generò Attis (dal frigio, attagos, cioè allattato da una capra).
(Fonte: Fanpage)
Il bambino fu subito cacciato via, abbandonato sulle montagne, e allevato da alcuni pastori che lo trovarono. Tuttavia, diventato grande, la sua bellezza non passò inosservata né a Cibele né ad Agdistis, che se ne innamorarono perdutamente. Così, alle nozze di Attis con la figlia del re Mida (celebre per il suo tocco in grado di trasformare in oro qualsiasi cosa), le furie di Agdistis indussero tutti i presenti ad auto-evirarsi, compreso Attis. Che, mutilandosi sotto un pino, morì, lasciando il posto ad un prato di viole. Le conseguenze di questa morte, però, non tardarono a farsi sentire. E, dalla disperazione di Agdistis e Cibele, pentite del gesto compiuto, Zeus concesse una parziale resurrezione del defunto. Attis, dunque, si salvò e divenne da quel momento il cocchiere del carro della dea Cibele.
Ciò che i romani trassero da questa leggenda li portò, così, ad istituire un ciclo di celebrazioni in onore di questa divinità. Come il rito del Sanguem (o Dies Sanguinis), nel quale i partecipanti si tagliavano e si laceravano la pelle, con cocci, pugnali o spade, per spargere sull’albero-sacro (un pino) il loro sangue, in ricordo del sangue versato dal dio e trasformato in viole. Già durante il I secolo a.C., Attis cominciò a rappresentare, infatti, per il popolo romano, il ciclo vegetativo delle stagioni. In particolare, la sua morte e la sua resurrezione simboleggiavano, nell’immaginario dell’epoca (non ultima, l’interpretazione catulliana del mito, nel Liber Catullianus), la prosperità che sarebbe arrivata con l’avvento della primavera. Molti dei culti dedicati al dio, poi, presero il nome di Attideia, soprattutto in alcune colonie greco-romane, come la Puglia. Dalla storia di Attis, persino un imperatore di Roma, Flavio Claudio Giuliano, cominciò a scrivere un testo, il suo famoso Inno alla madre degli dei, dedicato a Cibele e al significato filosofico della figura del dio.
(Fonte: EreticaMente)
Infine, secondo lo storico ed etnografo Antonio Basili, il rito del sangue di Attis, sopravvisse alla polvere del tempo, associato alla settimana santa della Pasqua. L’esperto sostiene che, ancor oggi, si possano individuare tracce di quell’antico rituale a Nocera Terinese, un paese della provincia di Catanzaro, in Calabria. Si tratta di un rito di flagellazione, che mediante il “cardo”, uno pezzo di sughero con tredici pezzi di vetro incastonati, percuote cosce e gambe dei devoti. A tal proposito, scrive il Basile:
«[..] non è meraviglia che sopravviva ancora in un vecchio paese della Calabria il rito antichissimo del sangue: […] per la morte e la resurrezione di Attis esso rimane in Nocera Terinese, ma adottato alla commemorazione della morte e della resurrezione del Cristo, come sopravvivenza o meglio reviviscenza»
(Fonte: Venti d’Autore)
Roma era nota anche per il commercio e Mercurio era il dio che proteggeva i mercanti. Era celebrato alle idi di maggio, con[...]
Lemuria era una festa dell’antica Roma dedicata all’esorcismo degli spiriti dei defunti. Durante questa ricorrenza, i romani compivano rituali per scacciare i lemuri,[...]
Fondata da italiani nel 1980, è diventata in fretta un punto di riferimento per gli appassionati di arte e di cultura e questa[...]
Il 7 maggio, Cinecittà ospiterà la cerimonia finale dei Premi David di Donatello 2025, giunti alla loro 70ª edizione. Tra i candidati spiccano[...]
Dal 14 maggio al 13 agosto, il Palazzo delle Esposizioni ospita “Dal Cuore alle Mani: Dolce&Gabbana”, una mostra che celebra l’eccellenza artigianale e[...]
Le Floralia, celebrazione dedicata alla dea Flora, erano una delle feste più colorate e gioiose dell’antica Roma. Dal 28 aprile al 3 maggio,[...]
Certo! Ecco un articolo di tre paragrafi, circa 300 parole, sulla mostra *FLOWERS* al Chiostro del Bramante: — Al Chiostro del Bramante,[...]
I “Ludi Cerealici” erano degli eventi ludici che si tenevano al Circo Massimo, e a quali gli spettatori assistevano vestiti di bianco, dopo[...]
Arriva a Roma la prima mostra retrospettiva dedicata alla prolifica carriera artistica del fotografo Franco Fontana, con opere selezionate dal suo vasto archivio[...]
Approdano al cinema tra grandi artisti della scena romana con un documentario che racconta la loro storia personale e quella del legame che[...]
Le Magalesia, celebrate nell’antica Roma dal 4 al 10 aprile, erano feste in onore della Magna Mater, la dea frigia Cibele. Processioni solenni,[...]
Cosa succede se, dopo un incidente, ci risvegliamo nel 44 a.C.? Maurizio Battista ci porta in un viaggio comico nell’Antica Roma, con la[...]
Nel paganesimo la dea Luna era festeggiata l’ultimo giorno di marzo, era tra le divinità vitali per l’agricoltura e aveva un tempio sull’Aventino.[...]
Ai Musei Capitolini – Villa Caffarelli, una mostra straordinaria racconta l’ascesa e lo splendore della famiglia Farnese nella Roma del Cinquecento. Un viaggio[...]
Due geni della comunicazione, agli antipodi, sono i protagonisti di una mostra che indaga sugli obiettivi delle loro opere e su ciò che[...]