La chiesa di San Giovanni Decollato e l’assistenza ai condannati a morte
La chiesa di San Giovanni Decollato era gestita dall’omonima confraternita che assisteva i condannati a morte, invitandoli al pentimento e seppellendo i cadaveri.[...]
In questo periodo così particolare, caratterizzato dal divieto di assembramento, ma dalla voglia di non smettere e dimenticare le proprie tradizioni, anche la rituale cerimonia di benedizione degli animali durante la festa di Sant’Antonio si fa sui social, capiamo meglio come funziona!
Da sempre il 17 gennaio per agricoltori e soprattutto allevatori è una data importante. Nella ricorrenza della morte di Sant’Antonio Abate infatti, si portavano a benedire nelle chiese vicine, i propri animali, di cui il santo era patrono. Anticamente infatti, mucche, tori, maiali, pecore, asini erano pressoché fondamentali al sostentamento degli uomini e anche necessari alla produzione agricola e avere per sé degli animali era simbolo di autonomia, ma anche ricchezza. Ma perché Sant’Antonio ne divenne il patrono? Probabilmente perché nel Medioevo gli unici animali, nello specifico i maiali, a cui era consentito stare in città erano proprio quelli di proprietà dei frati antoniani, che negli ospedali curavano i malati, con la carne di quest’animale e con balsami che lenivano le ferite. Era vietatissimo rubare questi maiali, in quanto si pensava che il santo si sarebbe vendicato mandando una malattia. In alcune regioni d’Italia addirittura si pensava che nella notte tra il 16 e il 17 gli animali avessero la facoltà di parlare; i contadini però dovevano ben guardarsi dall’ascoltare le loro conversazioni, in quanto per punizione potevano contrarre gravi malattie.
Anche Roma non era esente da questi festeggiamenti e anzi, si racconta che durassero anche più giorni. Il 17 di gennaio gli animali insieme ai loro padroni si recavano in processione all’Esquilino, a pochi passi da Santa Maria degli Angeli, nella chiesa di Sant’Antonio Abate. Qui nobili, agricoltori, allevatori persone del popolo si ritrovavano tutti insieme per far benedire le proprie bestie; mucche, buoi, tori, pecore, asini, maiali e poi anche animali domestici, tutti insieme aspettando la benedizione e rilasciando l’offerta, come ricorda il Belli nella sua poesia dedicata a Sant’Antonio. Proprio per la moltitudine di persone per un periodo di tempo la processione con annessa benedizione si spostò nella vicina chiesa di Sant’Eusebio, sempre all’Esquilino. La festa, nel corso dell’800, rischiò anche di essere sospesa dal cardinale vicario dell’epoca perché, viste le grandi offerte ricevute in questa occasione, le chiese vicine cominciarono a festeggiare e a elargire anche loro benedizioni agli animali, con grande irritamento dei parrocchiani di Sant’Antonio. Così, minacciando la sospensione, il cardinale diede l’esclusiva della benedizione solo alla chiesa dedicata al santo, con sommo rammarico delle altre.
Questa tradizione è ben accesa ancora oggi, con meno popolarità rispetto ai tempi appena descritti; oggi ad essere benedetti sono soprattutto gli animali domestici e quest’anno la festa di Sant’Antonio vedrà la sua apparizione anche sui social. La Copagri Lazio infatti ha organizzato una diretta sui suoi canali Facebook e Twitter dalla Chiesa di San Michele Arcangelo di Rieti, per seguire la celebrazione direttamente da casa.
“Vista la straordinarietà delle celebrazioni di quest’anno, che cadono in un periodo molto delicato in relazione alla grave emergenza sanitaria legata alla pandemia del Coronavirus, abbiamo deciso di optare per dei festeggiamenti alternativi, approfittando delle infinite possibilità offerte dai moderni mezzi di comunicazione e trasformando la tradizionale benedizione degli animali in un evento social, scongiurando così, senza la presenza degli animali, il rischio di pericolosi assembramenti”, spiega il presidente della Copagri Lazio Guido Colasanti.
Le modalità di partecipazione all’evento social
“Chiunque lo vorrà, infatti, potrà utilizzare i canali Facebook e Twitter della Copagri Lazio per inviarci una foto dei propri animali, da compagnia e non, o delle proprie stalle, ricevendo la benedizione simbolica dal parroco Monsignor Benedetto Falcetti, il quale si occuperà di officiare la celebrazione; in tal modo, con un occhio attento alla sicurezza, potremo evitare di interrompere quella che è una tradizione molto sentita dai produttori agricoli e soprattutto dagli allevatori”.
Che dire, un’iniziativa veramente particolare, ma che va incontro alle esigenze dei fedeli e guarda alle possibilità del momento, non resta che augurarvi dunque buon Sant’Antonio!
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