Il Neon Brush, una nuova moda artistica e fluorescente
Si chiama “Neon Brush” ed è un nuovo modo di realizzare dipinti che ultimamente è diventato una vera moda. Consiste nel realizzare dei quadri in una stanza buia, utilizzando per lo più dei […]
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Vanto del romano, ché ce l’avemo solo noi; incubo der milanese che ancora vole vince’ la secolare battaglia, all’orizzonte se staglia la tregua, alle parole: c’è er Colosseo pure a Milano. Sarà vero?
«In Italia c’è un solo Colosseo e sta a Roma, tutto il resto so’ imitazioni riuscite male»: ce semo annati avanti ‘na vita co’ sta certezza. C’avessero detto er contrario l’avremmo tacciati de eresia! E se oggi, allo scoccare del 2021, uno dei simboli romani per eccellenza venisse meno, messo in discussione da un’altra struttura che, manco a fallo apposta, tra tante meravigliose città italiane, sta proprio entro le mura della rivale secolare di Roma, la modaiola Milano? Come reagireste? Nessuna battuta sur treno reggerebbe più: vi rendete conto degli sfottò che rivendicherebbero ‘sti polentoni?
(Fonte: Giphy)
Eppure, lo crediate o meno, ché tanto c’hanno le prove – e quanno se fanno fregà, nun je pare vero! -, è nato un progetto nel cuore di Milano che vede protagonista proprio un antico anfiteatro romano, quello che dominava l’area tra via Conca del Naviglio, via De Amicis e via Arena. Lo chiameranno Pan, acronimo di Parco Amphitheatrum Naturae, e diventerà un’area tutta green, al centro della città, un pò come il Central Park oltreoceano – ché loro so’ moderni, guardano avanti…
«Sarà un progetto di land art che rilancerà l’intera zona: una simbiosi tra natura e storia che offrirà a cittadini e turisti una passeggiata che si estenderà su 100mila metri quadrati alla scoperta della Milano romana: dall’anfiteatro, alle Colonne, alla Basilica di San Lorenzo e a Sant’Eustorgio» — spiega la soprintendente ai lavori Antonella Ranaldi. Ma sarà davvero un altro Colosseo?
(Fonte: manoxmano Milano)
C’è già chi lo chiama il Colosseo verde di Milano e all’apparenza nulla vieterebbe di pensarlo come un simil Colosseo. D’altra parte, per dimensioni e per aspetto, l’arena, in origine, era molto simile al primogenito romano. Tuttavia, cari milanesi frenate l’entusiasmo e le similitudini, perché de differenze ce ne stanno, eccome se ce ne stanno! Anzitutto la struttura: il Colosseo romano può dirsi tutt’interno, mura esterne e parti interne;
(Fonte: Wikipedia)
il Colosseo milanese (già solo st’associazione mette i brividi) dovrà, per la maggior parte, venir ricostruito. A questo proposito si parla di verde, ‘n sacco de verde: 1.700 mq di siepi aiuteranno a ridisegnare la pianta all’interno, mentre un doppio filare di cipressi traccerà l’ellisse esterno, sopraelevato.
(Fonte: Artwave)
In secondo luogo, le misure: l’Anfiteatro Flavio in origine era alto 52 m (attuali 48,5 m), forma un’ellisse di 527 m di perimetro, con assi che misurano 187,5 m e 156,5 m; il corrispettivo milanese, da testimonianze storiche, era leggermente più piccolo, con un’altezza di appena 36 mt, assi di 155 m x 122 m e perimetro di 425 m.
Senza contare che, il Colosseo romano può considerarsi “solo” un apostrofo fra tutte le bellezze romane e il presunto Colosseo milanese certo non può dire lo stesso. Infine, bisogna chiederselo, pure se pare ingrato farlo: ma chi l’ha costruito? I romani. E la risposta la dice lunga sull’asticella del confronto, che ancora una volta, non ce ne voglia Milano, si piega a favore di Roma. Insomma, più che un vanto milanese e ulteriore Colosseo, quest’opera architettonica può considerarsi l’ennesima dimostrazione di grandezza dell’impero romano, fuori la città eterna. Non ve la prendete se continuiamo a dire che nun c’è storia. È Roma che v’ha fatto sto regalo. Di Colosseo ne esisterà sempre e solo uno, nonostante tutte le altre arene d’Italia (e Verona può esserne un esempio). Vogliamo considerarla una tregua? Va bene, ma a ognuno er suo. D’altra parte quanno è ora de specificà, noi nun ce tiramo indietro: voi c’avete er Duomo e noi er Piccolo Duomo. Noi c’avevo er Colosseo, voi er piccolo anfiteatro. A chi tocca nun se ‘ngrugna, si dice a Roma.
(Fonte: Ansa.it)
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