Fors Fortunae, la festa dell’antica dea bendata dei romani
Il 23 giugno i Romani antichi celebravano Fors Fortuna, spirito del caso e del destino. Un rituale notturno che sa di mistero e[...]
13 febbraio 1633 – Iniziava a Roma il processo a Galileo Galilei, accusato d’eresia dalla Chiesa cattolica. Sapete perché?
A mettersi contro le credenze della Chiesa, in passato, non si finiva tanto bene: studiosi, matematici, astronomi, letterati o filosofi potrebbero confermarlo. Non era soltanto l’Indice Paolino, istituito dalla Santa Sede e controllato dall’istituto dell’Inquisizione, il problema; non erano soltanto i libri, ad essere inseriti in una lista e ad essere proibiti, il problema; erano gli autori di quei testi, di quei trattati o di quei calcoli, spesso, a rimetterci le penne (non solo quelle con cui scrivevano). E la motivazione era sempre la stessa: stai a dì cose che vanno contro i dettami der Vaticano e se sa che er papa c’ha la verità in tasca. Stavolta, era il fisico Galileo Galilei a sfidare la Chiesa e la sua teoria geocentrica dell’universo (anche detta, tolemaica). In pratica, sosteneva la Chiesa: la Terra era al centro dell’universo e il sole gli girava intorno. D’altra parte, sempre secondo il credo, c’aveva creati dio a sua immagine e somiglianza, non poteva metterci ad un angolo, la Scrittura lo confermava.
(Fonte: Wikipedia)
Ora, all’interno della Curia erano due i maggiori Ordini tutelari della cultura scientifica e teologica: l’Ordine dei gesuiti, che vantava nelle sue fila numerosi matematici e fisici, e quello dei domenicani, fedeli all’insegnamento dottrinario di san Tommaso, dunque sospettosi di ogni novità che, in qualche modo, potesse opporsi a quella metafisica. Così, se in un primo momento, i gesuiti si mostrarono aperti di fronte alle nuove scoperte astronomiche di Galileo Galilei, lasciando ai domenicani l’infausto ruolo di decisi oppositori, proprio il loro atteggiamento poco dopo si rovesciò. Sebbene i domenicani, infatti, autorizzarono la pubblicazione del testo di Galileo Galilei, i gesuiti denunciarono in blocco il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1932), avviando a Roma, il 13 febbraio 1633, uno dei processi più famosi della storia.
(Fonte: Wikipedia)
Tra le pagine dell’opera, il fisico, non solo metteva in discussione il geocentrismo, appoggiando la teoria eliocentrica (ipotesi espressa nel 1533 dal De revolutionibus erbium celestium di Niccolò Copernico) ma dichiarava apertamente il movimento della Terra intorno al sole, quello che più tardi avremmo chiamato moto di rivoluzione. Ché erano le maree a dimostrarlo, sosteneva Salviati, presentato come il più intelligente e saggio dei tre protagonisti del libro, nonché l’unico, fra Simplicio e Sagredo, ad asserire la Teoria copernicana.
Qualche tempo dopo, fu pronunciata a Galileo Galilei la sentenza. L’uomo venne condannato per eresia e obbligato all’abiura, ovvero alla negazione delle sue ipotesi. L’accusa era chiara, secondo la Santa Sede Galilei era colpevole di aver dato «per argomento di verità che passino i tolemaici ai copernicani, e non e contra; e di aver mal ridotto l’esistente flusso e reflusso del mare nella stabilità del sole e mobilità della terra, non esistenti». Ovviamente, a più riprese, Galilei cercò di difendersi e di proteggersi, persino misconoscendo il suo scritto. Ma questo non fermò il verdetto:«acciocché questo tuo grave e pernicioso errore e transgressione non resti del tutto impunito, e sii più cauto nell’avvenire e essempio all’altri che si astenghino da simili delitti […] ordiniamo che per publico editto sia proibito il libro de’ Dialoghi […] (e) ti condanniamo al carcere formale in questo S.o Off.o ad arbitrio nostro».
Il padre del moto terrestre fu insomma costretto ad abiurare, a ripudiare di fronte ai giudici, «con cuor sincero e fede non finta» la sua teoria. «Abiuro» disse «maledico e detesto li suddetti errori e eresie, e generalmente ogni e qualunque altro errore, eresia e setta contraria alla S.ta Chiesa».
(Fonte: Filosofia e Scienza -)
Poco dopo, la condanna fu tramutata in arresti domiciliari, costringendo Galieo a scontare i suoi giorni presso villa Il Gioiello ad Arcetri (Firenze), luogo in cui resterà fino alla morte, ma è vero che proprio durante il processo Galileo Galilei pronunciò la celebre affermazione: «E pur si muove!» ?
Probabilmente lo esclamò a bassa voce fra sé e sé o forse non lo fece mai. Tuttavia, non è dato sapere con certezza se il fatto avvenne oppure no. Sebbene ripetutamente menzionata in ricostruzioni narrative e teatrali, la frase, infatti, non fu mai confermata da alcuna testimonianza diretta. Tranne nel 1911, quando, nel corso del restauro di un quadro (verosimilmente, di quegli anni) sulla carcerazione del Galilei, nascoste da un precedente intervento di ridimensionamento della tela, furono riportate alla luce delle parole. Recitavano «E pur si muove» ed erano state dipinte dal Murillo (o almeno a lui è attribuito) sul muro della prigione.
(Fonte: Scientific America Blogs)
Il fatto, per quanto incredibile, non eliminò i sospetti sull’episodio. Ancor oggi piuttosto discusso, l’episodio continuò a nutrire numerosi dubbi, ma contribuì a porre l’accento sull’epocale trasformazione scientifica che di lì a poco sarebbe stata compiuta, per merito (anche) di Galileo Galilei!
Il 23 giugno i Romani antichi celebravano Fors Fortuna, spirito del caso e del destino. Un rituale notturno che sa di mistero e[...]
“Poemi di Terra Nera” è una mostra che trasforma la Galleria Borghese in un dialogo tra antico e contemporaneo. Fino al 14 settembre,[...]
Le Vestalia erano le feste dedicate alla dea del focolare dove ardeva il fuoco sacro di Roma senza nessuna interruzione. Ecco in cosa[...]
La festa di Bellona, oggi dimenticata, racconta la Roma più arcaica, quella che invocava la forza prima delle battaglie. Un tuffo affascinante nel[...]
Dopo il successo delle edizioni precedenti, “UnArchive Found Footage Fest” torna per il terzo anno in molte location della Capitale e con una[...]
Torna l’evento annuale che consente a romani e turisti di poter visitare gratuitamente edifici notevoli per le loro caratteristiche architettoniche. Il patrimonio architettonico[...]
Protagonista di questa mostra una Roma cosmopolita, al centro di una complessa rete di viaggi e rapporti che annullano confini nazionali e culturali.[...]
Roma era nota anche per il commercio e Mercurio era il dio che proteggeva i mercanti. Era celebrato alle idi di maggio, con[...]
Lemuria era una festa dell’antica Roma dedicata all’esorcismo degli spiriti dei defunti. Durante questa ricorrenza, i romani compivano rituali per scacciare i lemuri,[...]
Fondata da italiani nel 1980, è diventata in fretta un punto di riferimento per gli appassionati di arte e di cultura e questa[...]
Il 7 maggio, Cinecittà ospiterà la cerimonia finale dei Premi David di Donatello 2025, giunti alla loro 70ª edizione. Tra i candidati spiccano[...]
Dal 14 maggio al 13 agosto, il Palazzo delle Esposizioni ospita “Dal Cuore alle Mani: Dolce&Gabbana”, una mostra che celebra l’eccellenza artigianale e[...]
Le Floralia, celebrazione dedicata alla dea Flora, erano una delle feste più colorate e gioiose dell’antica Roma. Dal 28 aprile al 3 maggio,[...]
Certo! Ecco un articolo di tre paragrafi, circa 300 parole, sulla mostra *FLOWERS* al Chiostro del Bramante: — Al Chiostro del Bramante,[...]
I “Ludi Cerealici” erano degli eventi ludici che si tenevano al Circo Massimo, e a quali gli spettatori assistevano vestiti di bianco, dopo[...]