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Quadriennale di Roma, si può viaggiare FUORI..dagli schemi!

foto di: Immagini prese dal web

Hanno riaperto al pubblico musei e mostre, non fatevi sfuggire le novità artistiche di Roma!  

Roma torna a far parlare le opere d’arte

L’hanno intitolate Fuori e Domani Qui Oggi, le nuove esposizione firmate Quadriennale d’arte di Roma, iniziate il 30 ottobre, ma visitabili soltanto di recente, perché fra chiusure causa Covid e zone colorate – restando in tema artistico -, numerosi sono stati i musei chiusi al pubblico. Fra questi, anche il Palazzo delle Esposizioni, sede della mostra e di nuovo riaperto, in via Nazionale, il 4 febbraio. Per tutti i curiosi o gli appassionati del caso, insomma, una boccata d’aria fresca questa proroga: la possibilità di potersi nuovamente recare a visitare qualcosa e di potersi far contagiare, ma dalle opere d’arte!


(Fonte: Coopculture)

«È un impegno che ci assumiamo nei confronti di tutti coloro che hanno creduto in noi – artisti, prestatori, sponsor, donors – e nei confronti del pubblico, che ci ha premiato nei primi giorni di apertura con il sold out» ha dichiarato Umberto Croppi, presidente della Quadriennale di Roma, sul prolungamento dell’evento.
Cosa avrete l’opportunità di vedere alla Quadriennale? Semplice, a far da padrona sarà l’arte contemporanea italiana. Si, proprio quella che di solito snobbate perché: «vabbè ma potevo fallo pure io» o «io nun riesco proprio a capì perché questo ha creato ‘sta cosa» (E se la sfida degli artisti contemporanei fosse esattamente questa? Ve lo siete mai chiesti?).

La Quadriennale di Roma 2020, Palazzo delle Esposizioni

Le arti visive attuali del nostro paese tornano quindi a far parlare di sé e se ancora siete convinti della monotonia di musei o mostre, non potete perdervi l’opportunità della Quadriennale. Un modo per (ri)mettere alla prova le vostre percezioni, le vostre convinzioni e mescolare il tutto, lasciando alle opere l’occasione di stupirvi. Emblematico a questo proposito il titolo, FUORI, un invito ad abbandonare gli schemi, a non aver paura dell’eccentricità, ma soprattutto ad uscire – fuori, appunto – le costrizioni mentali e fisiche che il 2020 ci ha purtroppo riservato, ché il Domani (è) Qui Oggi (nome della mostra collaterale, a cura di Ilaria Gianni, dedicata al Premio AccadeMibact per promuovere i giovani artisti italiani e valorizzare le Accademie di Belle Arti) e, solo ognuno di noi, può costruirlo.


(Fonte: arte.it)

Ad accompagnarvi, in questa avventura culturale, psicologica e visionaria di rimessa in discussione, e di comprensione delle condizioni esterne, del circostante e della contemporaneità, oltre quaranta artisti, per un intreccio di discipline, tecniche ed influenze, in grado di superare l’autoreferenzialità dell’arte e la sua presunta chiusura al mondo.

Le opere, gli artisti e gli intenti

Questi i nomi degli artisti selezionati, o meglio degli autori traghettatori verso l’uscita, la libertà e l’alterità dello sguardo: Alessandro Agudio, Micol Assaël, Irma Blank, Monica Bonvicini, Benni Bosetto, Sylvano Bussotti, Chiara Camoni, Lisetta Carmi, Guglielmo Castelli, Giuseppe Chiari, Isabella Costabile, Giulia Crispiani, Cuoghi Corsello, DAAR – Alessandro Petti – Sandi Hilal, Tomaso De Luca, Caterina De Nicola, Bruna Esposito e Simone Forti.


(Fonte: Artriburne)

Ma anche Anna Franceschini, Giuseppe Gabellone, Francesco Gennari, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Diego Gualandris, Petrit Halilaj and Alvaro Urbano, Norma Jeane, Luisa Lambri, Lorenza Longhi, Diego Marcon, Raffaela Naldi Rossano, Valerio Nicolai, Alessandro Pessoli, Amedeo Polazzo, Cloti Ricciardi, Michele Rizzo, Cinzia Ruggeri, Salvo, Lydia Silvestri, Romeo Castellucci – Socìetas, Davide Stucchi, TOMBOYS DON’T CRY, Maurizio Vetrugno, Nanda Vigo, Zapruder.


(Fonte: arte.it)

Queste, invece, le parole della direttrice artistica Sarah Cosulich: «Sono artisti che si confrontano e si sono confrontati con diversi campi disciplinari quali la danza, la musica, il teatro, il cinema, la moda, l’architettura e il design, dando vita a percorsi talvolta discontinui ma che arricchiscono la lettura del nostro passato artistico e fortificano quella prodotta nel presente” ; e del curatore della Fondazione, Stefano Cagol, organizzatore a quattro mani di questo incredibile viaggio al di là del visibile in superficie.


(Fonte: arte.it)

Una mostra, per la quale si sono:«ispirati ad alcune linee di ricerca: l’espressione di desideri e ossessioni; l’esplorazione dell’indicibile e dell’incommensurabile; l’indagine delle tensioni tra arte e potere, rappresentate dalla metafora del Palazzo” – sottolineando, in questo modo, anche l’importanza della scelta del luogo, tutt’altro che casuale.