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"Er roscietto de li Monti", le opere più belle di Petrolini

foto di: Immagini prese dal web

Ha influenzato il teatro comico italiano del Novecento, il 12 gennaio 1884 nasceva Ettore Petrolini! Quali sono le opere più belle dell’attore romano?

Ettore Petrolini, er roscietto de li Monti 

Il 12 gennaio 1884 nasceva nel rione Regola, nei pressi di via Giulia, a pochi passi dal centro di Roma, Ettore Petrolini, quarto di sei figli: uno degli attori comici romani più amati del Novecento. Esponente di spicco del teatro di varietà e dell’avanspettacolo, apprezzato anche come autore, il cabarettista salì la prima volta sul palcoscenico alla tenera età di sedici anni, dopo aver lasciato la casa paterna a quindici. Per via del suo carattere irrequieto e “spumeggiante”, d’altra parte, s’era conquistato già da tempo il soprannome de “er roscietto de li Monti” (riferendosi al quartiere Monti), probabilmente eco del celebre protagonista vergano Rosso Malpelo, ma rispetto a questo chiaramente meno crudele.
Come riporta nel libro Bravo! Grazie!!, quella di Petrolini fu all’inizio:

«una vita selvaggia, allegra e guitta, e un’educazione a tutti i trucchi e tutti i funambolismi davanti al pubblico, che magnava le fusaje (i lupini) e poi tirava le cocce (le bucce) sur parcoscenico al lume de certe lampene (lampade) ch’ er fumo spargeva dappertutto un odore da bottega de friggitore»

I film, le opere e le battute più celebri

Ma quali sono le opere più belle e le macchiette (tecnicismo per definire i personaggi associati alle canzoncine ironiche) più riuscite di Petrolini? Quali i film più celebri e le battute più divertenti? Nel vasto campo dei lavori di Petrolini, re della satira, della parodia e della burla, sicuramente non si può non far riferimento ai personaggi di Giggi er bullo, Sor Capanna, Nerone, Gastone o alla sua rivisitazione, in chiave comica, del Faust. E che dire del suo successo musicale con i brani Una gita a li castelli, nota al pubblico anche col titolo Nannì, e Tanto pe’ canta, incisa nel 1932, simbolo della cultura romanesca, di un modo di essere romano, e ripresa da tutti gli artisti più rappresentativi della capitale come Gigi Proietti, Alvaro Amici o Nino Manfredi?

Le battute di Petrolini

Petrolini fece il comico fino alla fine, non solo sul palco ma anche fuori. Pare che anche sul letto di morte, il 29 giugno 1936, scherzò col medico. Alle parole incoraggianti, con cui il dottore diceva di trovarlo meglio, egli rispose, infatti: «meno male, così moro guarito!». E, ancora, è celebre la battuta con cui definiva la sua arte e la sua recitazione, dicendo: «Sono contento che nessuno mi abbia insegnato a recitare: perché così, non sapendo recitare, recito benissimo».
Infine, vi lasciamo con uno spezzone, forse il più famoso, del suo Nerone (1930, regia di Alessandro Blasetti).