Il ricordo di Raffaella Carrà, l’immortale regina dell’intrattenimento
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A un anno dalla sua morte, ricordiamo Gigi Proietti, simbolo della comicità romana e Maestro per eccellenza della storia del Teatro italiano…
Quando si è spento nella Clinica Villa Margherita, all’età di 80 anni, i giornali riportavano soltanto un titolo: “L’ultimo scherzo di Gigi Proietti“. Non era solo un inno alla sua comicità, alla sua sottile ironia, alla sua capacità di trasformare Roma e il dialetto romano in una poesia d’altri tempi; non era neanche un riferimento alla sua scomparsa, per quanto improvvisa potesse sembrare: era un paradosso, probabilmente il più triste dei paradossi: quello di nascere e morire esattamente lo stesso stesso giorno, quasi a dire “me ne vado, per come sono arrivato. Lascio il mondo nello stesso modo“: solo che il pianto, tipico di quando si viene al mondo, quel giorno, è toccato a tutti gli altri. In verità, a ‘n sacco de gente, dallo sfavillante mondo dello spettacolo al pubblico che, continuamente, ne ammirava e ne elogiava l’arte (perché solo di arte si può parlare).
Un anno fa, uno dei più grandi Maestri della romanità, unico nel suo genere e nel suo savoir faire, chiudeva per sempre il sipario della sua vita, entrando definitivamente nei cuori dei romani e dell’Italia intera. Nessuno può dimenticarlo: Gigi Proietti è stato, e resterà, nella storia di Roma, del Cinema e del Teatro italiano, un simbolo, come pochi altri. Per questo, è necessario oggi ricordarlo. Ripercorrere insieme le tappe della sua meravigliosa carriera e dei suoi (ancora attuali) insegnamenti.
https://www.youtube.com/watch?v=wkWsBNUTiXg
Al Tufello, quartiere in cui passò la maggior parte della sua infanzia, svetta ancora un murales, in onore di Gigi Proietti che, da giovane e a sei esami dalla laurea in Giurisprudenza, abbandonò gli studi per cominciare la sua poliedrica carriera artistica: da principio, come cantante (da buon amante della musica) alla feste studentesche e nei night club della capitale. Il teatro, infatti, non fu da subito la sua prima scelta, anzi: «a teatro non c’ero mai stato e poi non ero figlio di attori», commenterà, più tardi, Gigi in un’intervista. Eppure, iscrittosi al Centro Teatro Ateneo, non passerà molto tempo dal farsi notare, per le sue abilità attoriali. Anche in ruoli marginali, c’è qualcosa in Gigi Proietti che colpisce i suoi maestri (che chiamiamo Talento: sì, con la T maiuscola) e registi del calibro di Ettore Scola che, nel 1964, lo vuole con sé nel piccolo cameo in Se permettete parliamo di donne.
(Fonte: Huffington Post)
Dovrà aspettare ancora due anni, però, per fare la sua prima apparizione sul piccolo e grande schermo. È il 1966 e Gigi Proietti riceve il suo primo ruolo, coincidenza vuole (trent’anni dopo la sua notorietà si dovrà al personaggio del Maresciallo Rocca), come maresciallo dei carabinieri.
È da qui che prende avvio la meravigliosa carriera del re delle Mandrakate, il Mattatore per eccellenza, dentro e fuori lo schermo, sul palcoscenico (come cabarettista, comico e presentatore), ma anche dietro le quinte (come regista, direttore artistico, doppiatore e scrittore). Una scalata, fin dentro i cuori delle persone, che è difficile raccontare e racchiudere in due parole, e ché neanche un libro, probabilmente, riuscirebbe a spiegare per intero, con la stessa enfasi che lo contraddistingueva.
Chi può dimenticare i suoi sketch più divertenti?
Esilaranti, argute e mai scontate le sue battute hanno accompagnato la storia del cinema e del teatro all’italiana, per oltre 50 anni! Noi ve ne proponiamo una piccolissima selezione…fateci sapere le vostre preferite!
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