I colli di Roma non sono 7 ma molti di più
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Mizuno Katsuhiko presenta a Roma i maggiori giardini di Kyoto nelle quattro stagioni. Scopri dove, quando e come!
(Fonte: Arte.it)
Mizuno Katsuhiko nasce a Kyoto, nel quartiere Kamigyō, nel 1941. Laureato all’Università Dōshisha in Letteratura, prosegue poi gli studi al College Photography della città, appassionandosi ai paesaggi di Kyoto già a partire dagli anni ’70. Diventa quindi un esperto di cultura tradizionale giapponese, concentrando il suo lavoro soprattutto in ambito editoriale. Tanto che, nel 2002, il suo Landscapes for Small Spaces viene premiato Book of the Year per la sezione Home & Garden nel celebre concorso del Fore Word Magazine.
(Fonte: Elle)
Pubblica nel frattempo oltre cento libri, per lo più raccolte fotografiche. E, ben presto, diventa membro della Japanese Professional Photographers Society e della Society for Arts and History of Photography. Fino al 6 maggio, allora, non puoi perderti la sua personale a Roma, soprattutto se ami scoprire mondi lontani dal tuo o sei appassionato di cultura orientale.
Col titolo Kyoto e le quattro stagioni, la mostra è un percorso di quaranta scatti. Le fotografie portano a Roma, dal lunedì al venerdì 9.00-12.30/13.30-17.00, con ingresso libero fino a esaurimento posti, la peculiarità e la bellezza dei maggiori giardini di Kyoto; i loro cambiamenti a seconda delle quattro stagioni. Presso l’Istituto Giapponese di Cultura, in via Antonio Gramsci 74, puoi vedere da vicino le caratteristiche di un tipico giardino giapponese, ed entrare a contatto con il loro modo di pensare gli spazi esterni e la natura.
(Fonte: pinterest)
I giardini giapponesi, infatti, a differenza di quelli occidentali, seguono le forme dettate dalla natura, basandosi principalmente su tre elementi: la pietra, l’acqua e le piante. D’altra parte, i giapponesi hanno una vera e propria devozione per tutto ciò che è creato in maniera naturale. Per loro, rappresenta lo spirito; è fonte d’amore e, insieme, di timore referenziale. Col diffondersi del buddhismo, poi, da luoghi di divertimento aristocratici, i giardini diventano ambienti di contemplazione e di esercizio spirituale.
Nascono così i primi giardini Zen, diffondendosi gradualmente in tutto il paese. Contemporaneamente comincia quindi a diffondersi l’idea che il giardino debba esprimere la propria interiorità e il clima che si respira. Non a caso, ad un certo punto, vengono rasi al suolo tantissimi giardini privati nel centro di Kyoto. È il periodo della rivolta Ōnin e i giardini di pietra rappresentano meglio l’instabilità e il fervore del paese.
(Fonte: Suntime Magazine)
Ancora, durante la lunga pace che caratterizza il periodo Edo, dai primi del ‘600 alla seconda metà dell’800, le forme dei giardini diventano molteplici. Tutto è più tranquillo in Giappone, e allora ecco ricomparire giardini grandiosi e pieni di fasto; raffinate architetture esterne per la cerimonia del tè, in piccoli spazi ristretti studiati al dettaglio e pieni di soluzioni ingegnose. Infine, la mostra si chiude mostrando gli sviluppi attuali dei giardini di Kyoto, dall’epoca Meiji (dal 1912) a oggi.
(Fonte: vtolaviations.com)
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