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Disclaimer: tutto ciò che vi stiamo per raccontare funzionerà solo – e solo se – cercherete di illudervi per un minuto che i trasporti di Roma funzionino davvero!
Vi siete mai chiesti perché i bus di Roma hanno quei numeri sopra? A cosa corrispondono? Saranno i numeri del totale dei trasporti romani?
Il numero totale degli autobus di Roma si aggira intorno alle 345 linee, perché allora esistono autobus come il 911? La rete, gestita da società private per conto di Roma Capitale, serve a connettere tutte le zone interne della città, compreso qualche comune limitrofo, come Ciampino, Fiumicino, Fonte Nuova, Frascati, Guidonia Montecelio, Monte Compatri, Sacrofano e Pomezia. Il trasporto pubblico, però, non è stato sempre questo. Il primo servizio venne erogato probabilmente intorno alla prima metà dell’800. Si trattava della omnibus, una linea di carrozze gestita dallo Stato Pontificio, inizialmente utile a connettere via Montanara, nei pressi del teatro Marcello, con la Basilica di San Paolo fuori le mura. Non esistevano degli orari specifici, il mezzo partiva al raggiungimento di un numero adeguato di passeggeri. E, tuttavia, ebbe un enorme successo: era il primo modo di raggiungere dal centro la basilica più lontana. Con la costruzione della prima ferrovia Roma-Frascati, la linea si espanse: ad una seconda carrozza di collegamento fra il capolinea del treno e il centro storico, Piazza Venezia e la stazione di Porta Maggiore, si aggiunsero altre linee sparse, su esempio delle precedenti, attivate nei comuni dei Castelli romani. Questo consentì la costruzione delle prime biglietterie: una in Piazza Monte Citorio, l’altra in Piazza San Pietro a Frascati.
Piano piano, la rete di trasporti divenne sempre più moderna, dando avvio ad innovazioni avanguardiste per l’epoca, come il tramway, la carrozza su rotaie, antenata del nostro attuale tram. La prima, in particolare, servì a collegare Ponte Milvio e Piazza del Popolo. La svolta si ebbe però quando, con l’elettrificazione, si cominciò a pensare di sostituire ogni mezzo a trazione animale di Roma: così videro la luce le prime 5 linee sperimentali di autobus. Intorno agli anni ’40, il panorama dei trasporti romano era sempre più articolato: accanto ai minibus, infatti, si decise di strutturare altre 6 linee autobus. La situazione, poi, mutò ancora con le prime olimpiadi romane, del 1960, e per la fortuna dei trasporti a quattro ruote. Divenuti quasi esclusivamente unici mezzi di spostamento, le linee autobus aumentarono esponenzialmente. Di lì, il passo fu breve alla situazione che tutt’oggi viviamo: nel giro di trent’anni cominciarono a circolare autosnodati e trambus.
Ma vi siete mai chiesti a cosa servono quei numeri scritti sopra? A cosa si riferiscono?
Per quanto, a volte, le linee ATAC sembrino fuori logica e fuori controllo, soprattutto su questioni come ritardi e conseguente sovraffollamento, in realtà dei criteri esistono…alla loro numerazione però! Ognuno di voi almeno una volta si sarà chiesto perché il 542 si chiama 542 e non 334, dite la verità. Ebbene, oggi vi sveleremo la spiegazione. Sebbene – come al solito – qualche mosca bianca prende sempre il sopravvento, come la linea H e il 446, la numerazione delle linee corrisponde al percorso da fare. Se fate caso ai numeri, solitamente le cifre sono tre: le prime due dovrebbero indicare le zone di partenza e di arrivo; l’eventuale terza, il numero di autobus nel quadrante. Come accade, a volte è possibile trovare delle lettere (e non intendiamo la brutta esperienza del leggerci sopra “Deposito” dopo un’ora di attesa!): C sta per cimiteriali, F per feriali, N per notturno, D per deviato, B per barrato, L per limitato e S per scolastico.
Facciamo, un esempio: il 168 si chiama in questo modo perché il numero 1 e il numero 6 indicano il luogo di partenza e quello di arrivo; l’8 invece indica che quella è l’ottava linea di quella zona.
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