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Un belvedere "filosofico" e nascosto di Roma

foto di: Immagini prese dal web

C’è un posto a Roma che offre una vista meravigliosa, ed è pure poco conosciuto, sebbene sia apparso in un film davvero noto! Vieni con noi, ti diciamo dov’è…

Lo skyline di Roma

Roma si può vedere in tanti modi, ma il più suggestivo è sicuramente ammirarla dall’alto. Il panorama della capitale è un piacere per gli occhi, lo è come in poche altre città. Per questo, ogni anno, migliaia di turisti decidono di aggiungere al loro tour una tappa panoramica. Al Gianicolo, per esempio, o alla terrazza del Pincio.

C’è un luogo, però, che forse non conosci ancora, e che per bellezza non ha proprio nulla da invidiare alle mete, di solito più gettonate e famose, che contemplano Roma dall’alto. Se non sei mai stato al parco di monte Ciocci, anche questo è uno di quei luoghi “nascosti” che ancora gode di una certa tranquillità – almeno di visitatori – per apprezzare lo skyline della capitale dall’alto, con una vista incredibile sul cupolone.

Un belvedere filosofico da film

So di non sapere“, diceva Socrate, ed è bello pensare che questo belvedere si chiami così perché, quando ti lasci conquistare da una vista di Roma dall’alto, all’improvviso tutto si ovatta, perdi parole e pensieri e non sai più davvero nulla. Ad ogni modo, è proprio in zona Monte Mario, e a Piazzale Socrate che si apre uno spazio panoramico a dir poco mozzafiato.

Il profilo dell’Urbe si apre, allora, dietro alcune piante secche di finocchio selvatico, mastodontici alberi di eucalipto, e la prospettiva della visuale non può che lasciare ognuno a bocca aperta. Dalla “Macchina da scrivere” al cupolone più famoso del mondo, ogni monumento di Roma fa capolino, giocando a farsi riconoscere da chi vi si avventura.

Roma ai piedi di un quartiere da movida

Scoperta da qualche anno dai ragazzi della zona, piazza Socrate ha riportato pure la movida in un quartiere piuttosto residenziale come la Balduina. Il luogo, con la sua veduta romantica sulla città, sebbene lasciato un po’ alla deriva sul piano “strutturale”,  è diventato infatti un punto d’incontro serale, soprattutto durante il week-end.

Stapparsi una birra, mangiare un panino, o semplicemente passare qualche ora in compagnia di fronte ad un panorama unico come questo è, d’altra parte, impagabile. Così, tra via Fedro e via Cadlolo, prende piede la vita notturna, e l’alta inferriata rotta in tre punti permette di arrivare allo spiazzo di terra ribattezzato “belvedere”. Lo stesso punto da cui Rossellini aveva girato la scena finale di Roma città aperta.