Roma in tram; alla scoperta dei dintorni di Principe Eugenio/ Manzoni
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L’hai associato alla movida del sabato sera e ai lucchetti, ma a Ponte Milvio è nascosto un “castellaccio” che porta con sé bellezza e mistero…
(Fonte: ArchiDiAp)
La chiamano oggi il “castellaccio” di Ponte Milvio e pochi di voi ci avranno fatto caso ma, se non la conoscete ancora, Villa Brasini è davvero una perla architettonica nel cuore del noto quartiere romano. Realizzata da Armando Brasini, la Villa si sviluppa in due costruzioni: Villa Flaminia, in via Flaminia 489, e Villa Augusta (nome della moglie dell’architetto), situata sul lotto nel versante di Ponte Milvio.
(Fonte: VignaClaraBlog.it)
Nata come residenza personale, Villa Brasini doveva ricoprire il ruolo di casa-bottega e ospitare tutti gli artisti dell’epoca, che qui avrebbero dato forma alle loro idee. Mentre il prospetto su via Flaminia, però, si dimostra ancor oggi piuttosto sontuoso e imponente, Villa Augusta, famosa come “castellaccio”, si guadagna il ruolo di edificio intimidatorio e pieno di leggende.
Molte storie ruotano intorno a questa costruzione, che pare sia stata realizzata dal Brasini facendosi guidare da alcune sue strane passioni. Le architetture di questo luogo sembrerebbero ispirate, infatti, ai suoi studi di esoterismo e di alchimia. Per questo, la struttura può essere considerata un’isola fantastica all’interno della città, o meglio una sorta di “castellaccio magico”.
(Fonte: VignaClaraBlog.it)
D’altra parte, l’effetto scenografico di stucchi e decorazioni è determinante quando la si guarda. Villa Augusta sembra mettere in discussione i rapporti logici di spazio, tempo e casualità, attraverso le sue linee, il suo stile e il suo gusto architettonico. Per lo stesso Brasini doveva essere provocatoria: doveva stupire e meravigliare chi l’avrebbe osservata. Il suo velo di mistero è quindi innegabile.
Al di là della storia che la legherebbe ai tedeschi, e che durante la seconda guerra mondiale ne farebbe luogo di interrogatori e torture della Gestapo, Villa Augusta pare nascondere in sé alcune simbologie. In particolare, alcune formule dell’alchimia, un po’ come la Porta magica di Roma. Come per quella, anche qui le formule sembrerebbero celate in alcuni simboli.
(Fonte: Guida Location)
D’altra parte, la pratica di nascondere alcuni segreti dell’alchimia, o simboli in chiave esoterica, in complessi architettonici era molto comune in quegli anni, soprattutto in Germania. Basti guardare i racconti sul castello di Wewelsburg in Westfalia.
Insomma, al di là della parte nord blindata, dedicata a feste e vip, Villa Augusta (e tutta la tenuta di Villa Brasini) è davvero un posto tutto da scoprire, pieno di fascino e oscurità.
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