Il sogno di Ulisse Aldrovandi in mostra al Museo di Zoologia di Roma
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Si torna sui banchi di scuola e per la prima volta dopo quasi tre anni senza l’obbligo di dover indossare la mascherina. Studenti e genitori siete pronti a tornare a scuola oppure a portarci i vostri figli?
È arrivato il primo giorno di scuola, quel momento dell’anno che ogni studente teme per tutta l’estate e che segna in modo ufficiale l’inizio dell’autunno.
Per molti è la fine di un lungo momento di riposo e l’arrivo di un periodo infernale, fatto di compiti, verifiche e interrogazioni, a volte anche a sorpresa. Per qualcun altro è l’inizio di una nuova avventura, soprattutto per chi si ritrova ad affrontare per la prima volta il liceo, la scuola media oppure l’elementare.
C’è poi chi vede il ritorno sui banchi come un pretesto per rivedere gli amici di sempre e per vivere insieme a loro qualche avventura indimenticabile.
Insomma che la cosa piaccia oppure no, il periodo scolastico è ufficialmente iniziato! Per la prima volta dopo quasi tre anni si esclude poi l’ipotesi della didattica a distanza e si torna in presenza, salvo eventuali emergenze, che speriamo non si verifichino.
Dopo quasi tre anni si può poi tornare a scuola senza l’obbligo di dover indossare la mascherina, sebbene resti fortemente consigliata. Si torna quindi a respirare un po’ di normalità.
Sembra che anche ai tempi degli antichi romani sia esistita una specie di didattica a distanza. Nei primi secoli dell’età repubblicana gli studenti non si riunivano infatti in una scuola ma seguivano delle lezioni dalle proprie case.
A fare da insegnanti non c’erano poi dei veri maestri ma erano gli stessi genitori a istruire i propri figli. La madre di famiglia aveva il compito di educare i figli per i primissimi anni di vita mentre il padre aveva il dovere e l’onore di proseguire con l’educazione.
Per lui era un immenso piacere poter istruire i propri figli, tanto che anche quando erano stati introdotti i primi precettori, continuava lo stesso a seguire le lezioni dei figli, a volte anche intervenendo direttamente.
Per molto tempo Roma non ha avuto delle vere scuole. Nei secoli antichi anche un portico poteva essere il posto ideale in cui poter svolgere una lezione. Durante le stagioni più fredde e i periodi di pioggia erano invece i magazzini e le botteghe dei negozi a trasformarsi in delle aule.
Dopotutto bastavano davvero poche cose per dare vita a una semplice lezione: delle sedie, una panca in cui poggiare qualcosa e una sedia per l’insegnante. Gli studenti non avevano quindi dei banchi in cui appoggiarsi per scrivere o leggere ma le loro ginocchia che facevano da scrivania. Ci mettevano sopra una tavola da cera e da lì leggevano oppure scrivevano.
Non avevano di certo dei pesanti zaini carichi di libri e quaderni ma al massimo un punteruolo e una tavoletta di cera, l’antenata dei quaderni di oggi.
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