Anche ai tempi di Giulio Cesare c’era la ZTL a Roma
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Il 12 marzo del 1962 esce un libro che otto anni dopo diventa un film diretto da Vittorio De Sica…
Pare che l’autore ne redige la prima stesura a Santa Marinella, sul lungomare del litorale romano e che, dopo la sua pubblicazione nel 1962, con titolo omonimo esce nelle sale cinematografiche, diretto dal regista neorealista Vittorio De Sica, nel 1970. Stiamo parlando di un romanzo che valse allo scrittore numerose ristampe, una in particolare quella del 1976, con introduzione di Eugenio Montale.
Il 27 gennaio 2022, anche oltremare hanno deciso di farne un’opera teatrale. La New York City Opera ed il National Yiddish Theatre Folksbiene l’hanno riadattato, sotto forma di sceneggiatura, mettendolo in scena nel Museo del Patrimonio Ebraico di Manhattan. Volete sapere di che libro stiamo parlando?
Stiamo parlando del bellissimo romanzo di Giorgio Bassani dal titolo Il giardino dei Finzi-Contini. La cui trama è l’intreccio tra la triste vicenda delle leggi razziali, della Seconda guerra mondiale, e i Finzi-Contini, una famiglia ricchissima, d’origine ebraica, appartenente all’alta borghesia della città di Ferrara. Molti studiosi sostengono che la storia fu ispirata alla vita di Silvio Magrini, presidente della comunità ebraica ferrarese, e della sua famiglia. L’inizio del romanzo è comunque ambientato in un luogo che noi romani conosciamo bene.
La necropoli etrusca di Cerveteri. È qui, vicino Roma, che il protagonista, in gita con un gruppo di amici, ripensa a quel caso. È qui che gli torna in mente il cimitero di Ferrara e la tomba monumentale della famiglia Finzi-Contini. Le loro vicende tragiche e il triste destino che spettò ai suoi membri, ormai dimenticati, durante le deportazioni degli anni ’40 del secolo scorso. Per questo, il libro gioca sui flashback: dal presente al passato, è insieme al narratore interno che rispolveriamo quella storia.
Non a caso, poi, il libro diede vita ad un film (Il giardino dei Finzi-Contini, 1970) alla cui sceneggiatura collaborò Bassani stesso. Non era nuovo al mestiere dello sceneggiatore cinematografico. Pensate che lo scrittore si occupò di alcune famose opere del mondo del cinema, insieme a molti registi.
Definì il soggetto de I vinti, un film di Michelangelo Antonioni, ad esempio; lavorò con Luchino Visconti; e doppiò Orson Welles, l’attore hollywoodiano maestro nella finzione, nel film La ricotta di Pier Paolo Pasolini. E, proprio con Pasolini, Bassani collaborò a lungo. Nel ’66 venne persino scelto come presidente della giuria della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, e se si vuol parlare di premi, tra premio Strega (con Cinque Storie ferraresi) e premio Campiello (con L’airone), i riconoscimenti furono davvero numerosissimi.
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