La chiesa di San Giovanni Decollato e l’assistenza ai condannati a morte
La chiesa di San Giovanni Decollato era gestita dall’omonima confraternita che assisteva i condannati a morte, invitandoli al pentimento e seppellendo i cadaveri.[...]
La Tiberina è l’isola dalla forma di una barca che nei secoli è diventata un luogo portatore di leggende e guarigione. Scopriamo però qualcosa di più a riguardo
L’Isola Tiberina è un piccolo isolotto della città di Roma che si trova immerso nel fiume Tevere e che collega la città nelle sue estremità, ovvero a nord e sud. Le sue origini sono antiche e tutt’ora misteriose ma ciò che è certo è che in passato l’isola è stata particolarmente importante per la città, essendo stata il primo porto fluviale di Roma.
La Tiberina ha poi la particolare forma di una nave che in passato è stata realizzata dagli antichi romani che alle sue estremità vi avevano costruito una poppa ed una prua in pietra, visibili ancora oggi. È poi collegata alla terraferma dai ponti Caestio e Fabricio, per questo motivo viene chiamata “tra 2 ponti” oppure “dei giudei” perché vicinissima al quartiere ebraico.
Il Fabricio però conserva una terribile leggenda. Alle sue due estremità ha quattro teste scolpite nel marmo, due per ogni lato, che pare rappresentino i volti degli architetti ingaggiati da papa Sisto V per costruire il ponte. Il lato oscuro della faccenda sta nel fatto che questi architetti una volta terminati i lavori vennero fatti decapitare dal papa stesso perché probabilmente in disaccordo con i risultati ottenuti. Forse è proprio per questo motivo che il papa aveva la nomina di “tagliateste”.
Oggi tutti conosciamo l’Isola Tiberina come una piccola terra che pullula di medici ed ospedali. Inizialmente però l’isola era solo un ottimo punto commerciale ma nei secoli successivi a causa di una terribile pestilenza, diventò una terra di guarigione.
Una leggenda racconta che la peste si era abbattuta su Roma e che per trovarvi una cura alcuni romani andarono in Grecia ad Epidauro, al tempio di Esculapio considerato come il dio della medicina. Là i sacerdoti greci dettero ai romani un serpente sacro che venne caricato sulle navi per poter tornare a Roma. Durante il viaggio però poco prima di attraccare sulla terra il serpente si gettò in acqua e si nascose nella vegetazione. Proprio in quel momento la peste terminò e a Roma arrivò la pace.
In onore del serpente i romani costruirono un enorme tempio sull’Isola Tiberina che divenne presto un territorio di cure mediche. Nel Medioevo però il tempio venne distrutto e al suo posto venne costruita la Chiesa di San Bartolomeo.
Nel 1600 l’isolotto divenne poi un piccolo lazzaretto perché era isolato dal resto della città ed aveva un’aria più salubre e di conseguenza era un punto perfetto per poter curare i colpiti dalla malattia.
Nei pressi dell’antico tempio venne poi costruito un piccolo portico nel quale veniva praticata l’incubatia; una terapia che consisteva nel mantenere i malati in un luogo freddo senza farli mangiare affinchè venissero purificati. Successivamente i pazienti avrebbero dovuto raccontare i propri sogni ai dottori affinchè questi interpretandoli, potessero fare delle diagnosi.
Negli anni i romani costruirono quindi diversi templi all’interno dell’isola e li dedicarono agli dei. Uno di questi era ad esempio dedicato a Faunus, che era considerato come il protettore di tutte le partorenti. Nei secoli la struttura divenne un ottimo centro ostetrico che funziona ancora oggi.
Nel Medioevo venne poi costruito l’attuale ospedale Fatebenefratelli, che inizialmente però era nato come un luogo di rifugio per accogliere i pellegrini, i poveri e soprattutto i malati. L’edificio era gestito dai frati-medici che giravano per le strade dell’isolotto facendo opere di bene e recitando continuamente la frase “fate bene fratelli”. Forse è per questo che l’ospedale oggi prende questo nome.
In epoca antica vi era poi una terza via per poter attraversare le sponde del Tevere e raggiungere l’isola, che era costituita dal ponte Emilio, oggi conosciuto come “ponte rotto”. Questo era un pontile in pietra che negli anni è stato ristrutturato più volte a causa delle varie esondazioni del Tevere, i cui resti solo visibili ancora oggi.
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