L’Osteria degli avvocati cambia sede e si trasferisce a Prati
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Ci siamo stati tutti da Sora Mirella, a Trastevere, e c’abbiamo fatto pure la fila! Dimose la verità: gratachecca e granita nun so’ affatto la stessa cosa! E il romano lo sa!
Nun poi guardà er dito, se te indico la luna, e certo nun poi confonne la grattachecca co’ la granita.
Ogni romano lo sa, tra queste due tipiche merende estive all’italiana scorrono non poche differenze. Tra cui, la fondamentale: la grattachecca è l’unica a poter vantare origini nostrane, a partire dalla sua curiosa denominazione. Col termine “grattachecca” i romani definivano, infatti, l’azione con la quale si produceva la ghiacciata. Tramite un apposito strumento del mestiere, solitamente simile ad un rastrello (provvisto di una camera vuota posteriore, utile ad accumulare il ghiaccio ottenuto), si grattava via la superficie di un blocco di ghiaccio, definito in gergo “checca“, e si ricavavano insomma pezzettini più piccoli.
(Fonte: Wikipedia)
Infine, si aggiungevano, a questi fiocchi di ghiaccio sottili, svariati sciroppi, succhi o frutta fresca. Il finale era un’invenzione di street food tutta romana che affondava le sue radici lontano nel tempo, almeno intorno alla fine del XIX secolo. Quando, cioè, per tenere a fresco gli alimenti delicati, altrimenti a rischio, ogni chioschetto e bottega “on the road” romana era obbligata a tenere con sé questi enormi blocchi ghiacciati.
Ancor oggi, la grattachecca viene realizzata a mano secondo la ricetta tradizionale: è possibile vederlo ogni estate, in qualche storico chiosco sul Lungotevere (c’è chi va da Sora Mirella, regina della grattachecca al Lemoncocco, all’angolo con Ponte Cestio, e chi mente!) o in qualche bar, gelateria, o antica bottega artigianale della Capitale. È lì che risiedono i segreti e le differenze tra granita e grattachecca. Perché, se è vero che gli ingredienti sono gli stessi, il risultato cambia, eccome se cambia! Fra le distinzioni, spicca preponderante il “gusto“. Mentre nella prima acqua, zucchero e sciroppi sono mescolati insieme e congelati, così che ogni cristallo ghiacciato risulti saporito – ma a ‘sto punto ve comprate ‘n polaretto e fate prima -; nella grattachecca sciroppi e succo sono aggiunti solo dopo, successivamente alla lavorazione del ghiaccio. Solo in questo modo può avvenire la magia: l’unione di ogni componente direttamente all’interno del proprio palato.
(Fonte: la cucina italiana)
Nei suoi 108 anni d’attività al pubblico (aprì nel 1913) e milioni di romani e turisti passati di lì e dissetati, il chiosco Alla Fonte d’Oro è il più antico di Roma, in piazza Gioacchino Belli. A seguire:
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