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Tanti auguri a Francesco De Gregori, il principe che ha riempito di musica e poesia le strade di Roma!

Alice guarda i gatti, un bandito viene arrestato per andare a vedere l’amico campione in volata, mentre due amanti si promettono di stare sempre e per sempre dalla stessa parte. Non sapremmo nulla di tutto questo, se non ce lo avesse raccontato Francesco De Gregori. Tanti auguri al cantautore romano che ha donato a Roma le canzoni, o meglio le poesie più belle di sempre!

Non solo Alice, non solo Il bandito e il campione, non solo Sempre e per sempre, ma Rimmel, Il capitano e L’Infinito. Discorso a parte, poi, per la Donna cannone, un pezzo che ognuno di noi ha cantato almeno una volta nella vita, scritto da qualche parte sul diario o ascoltato in cuffie. Ma come nasce la passione di Francesco per la musica?
Sono 71, gli anni, ma Francesco De Gregori è ancora il ragazzo che scriveva musica e parole imbracciando la sua chitarra nel 1966. Aveva solo 15 anni allora e, forte del nome dello zio partigiano, già si impegnava a raccontare la storia di un disoccupato che saliva sul Colosseo per avere un lavoro, scivolava e moriva. Tre anni dopo, a soli 18 anni, l’artista è al Folkstudio: canta Bob Dylan e Leonard Cohen. In molti lo notano: c’è qualcosa in lui, in quello che fa e nel modo in cui lo fa.

Più tardi, le collaborazioni con Lo Cascio e i Giovani del Folk, e il primo album scritto a quattro mani con Venditti, altra icona musicale romana. È il 1972 ed esce Theorius Campus. Solo un anno dopo, De Gregori regala al pubblico il suo primo LP da solista. Alice non lo sa (1973) scuote la critica, è ermetico e racchiude in sé un mondo: quello del XX secolo. Il vero successo, però, arriva nel ’75. Stavolta è indubbio: è l’album più bello di quegli anni. Uno dei dischi più venduti del decennio. Rimmel è un capolavoro, come il singolo che ne porta il nome. Contiene Pezzi di Vetro, ma soprattutto contiene Pablo, scritta con Lucio Dalla, l’artista con cui avrà uno dei più forti sodalizi della sua carriera. Ormai, Francesco De Gregori è in cima. Continua a starci, anche ora. Collabora con Francesco De Andrè, Claudio Baglioni in un concerto improvvisato al Pantheon, Ivan Graziani, Gianni Morandi, Ron, Ivano Fossati e tanti, tanti altri, talmente tanti che è impossibile elencarli tutti.
Francesco De Gregori è l’artista col maggior numero di targhe Tenco (sei). Una volta, la rischiò grossa sul palco del Palalido di Milano. Fu minacciato con una pistola da un gruppo di ragazzi che lo accusavano di avere certe tendenze politiche, ma di non rispettarle nel suo stile di vita. Questo episodio ispirò tantissime canzoni, da Vaudeville (Ultimo mondo cannibale) di Roberto Vecchioni a Era una festa di Edoardo Bennato.

Sapete che Il bandito e il campione non lo scrisse lui? Fu suo fratello, Luigi Grechi, chitarrista e cantautore anche lui, a fargliene dono. In un’intervista, Francesco dice a riguardo: «In verità volevo fare un favore a mio fratello, ma il favore l’ha fatto lui a me». Infine, tre ultime curiosità. La prima: da giovane voleva fare l’attore, ma fu rifiutato da Federico Fellini perché troppo alto e non bruno di capelli. La seconda: avrebbe voluto scrivere lui Vita Spericolata di Vasco e Stairway to Heaven dei Led Zeppelin. La terza: il soprannome di “Principe“ glielo diede Lucio Dalla, durante Banana Republic, ed è l’unico che gli piace.
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