Cerere, divinità della terra e madre di Proserpina
22 Aprile 2021
2.827
foto di: Immagini prese dal web
Torna la rubrica divinità di Roma. Stavolta parleremo di Cerere, dea della terra e della fertilità, nonché madre della famosa Proserpina. Sai chi era?
Cerere, la divinità che insegnò agli uomini a coltivare
Faceva parte del parterre di divinità romane e si trattava di una delle più importanti dee della mitologia romana. Trapiantata nell’olimpo romano, non mediante lo studio delle divinità greche, ma di quelle pre-romane, appartenenti alle popolazioni degli osco umbro sabelli, Cerere rappresentava, per il popolo di Roma, la terra, la sua prosperità, la sua fertilità e la nascita, tanto che tutti i fiori, la frutta e gli esseri viventi potevano ritenersi suoi doni gratuiti all’umanità. Molti credevano, addirittura, fosse stata lei ad insegnare ai primi contadini, le tecniche di coltivazione dei campi e degli orti.
(Fonte: Romano Impero)
Spesso immaginata nelle vesti di una matrona severa e maestosa, ma contemporaneamente affascinante e gentile, con la sua corona di spighe di grano, Cerere, dal latino “Ceres, Cereris“, era considerata la dea dei raccolti. Per questo, suoi simboli erano anche una fiaccola in una mano e un canestro ricolmo di grano e di frutta, nell’altra. Sorella, inoltre, di Vesta, Giunone, Plutone, Nettuno e Giove, e figlia di Saturno e Opi, nonché madre della bella Proserpina, a presiedere il suo culto nella città, era uno specifico sacerdote, il cosiddetto Flamine cereale.
Cerere, la madre di Proserpina: come veniva onorata dai romani?
Come racconta il mito, poi, è nella storia del rapimento di Proserpina, da parte del fratello Plutone, dio degli inferi, che Cerere vide segnato il suo destino e quello di Roma, per sempre. Addolorata per la figlia, infatti, tradizione vuole che, sebbene dea dei frutti e della terra, Cerere abbia dato sfoggio della sua sofferenza causando gelo e inverno, per tutto l’anno, almeno fino all’intervento di Giove; al ritorno in superficie, per soli sei mesi, della figlia e, con lei, della bella stagione.
Ma come amavano venerarla i romani? Al pari di ogni importante divinità, anche a Cerere i cittadini romani avevano eretto un santuario, intorno al V secolo a.C. Si trovava ai piedi del colle Aventino ed era lì che, in suo onore, si festeggiavano ogni 12 aprile i Cerealia. Una serie di cerimonie, con le quali si offrivano alla dea frutta, miele, sacrifici di buoi e di maiali, o pratiche per purificare le proprie case, in caso di recente lutto familiare. Un altro tempio, dedicato al suo culto pare fosse anche presso l’antica città di Capena, ancor oggi città in provincia di Roma, dove è possibile visitare, tra l’altro, il suggestivo sito archeologico del Lucus Feroniae.
Curiosità su Cerere, il suo legame con i morti
Ora, secondo i romani, questa dea poteva anche essere legata al mondo dei morti. Tre giorni l’anno, in particolare il 24 agosto, il 5 ottobre e l’8 novembre, si era soliti, infatti, aprire un varco nel terreno, una sorta di fossa, chiamata appunto Caereris mundus, con la quale, secondo le credenze dell’epoca, si metteva in comunicazione il mondo dei vivi con quello sotterraneo dei defunti. Per l’occasione, riportano alcuni storiografici romani, le attività pubbliche quotidiane di Roma venivano sospese; non si attaccava briga con nessuno e si poneva tregua agli scontri coi nemici; non si arruolava alcun giovane e non si tenevano gli usuali comizi.
(Fonte: Ulisse online)
Tradizione vuole, inoltre, fosse un momento estremamente delicato e pericoloso, perché a detta di Macrobio (antico personaggio, scrittore e funzionario, romano) l’Ade poteva attrarre i vivi e, tra questi, soprattutto coloro che vedevano la propria vita, in ogni caso messa a repentaglio, perché in quel momento soldati o legionari impegnati in battaglia. Infine, altro riferimento alla connessione con i morti, il termine cerritus, cioè “invaso dallo spirito di Cerere“, o ancora “posseduto“. Un termine che, spiega Renato Del Ponte, storico e docente italiano, potrebbe far pensare alla dea come “madre degli spettri“.
È un percorso che permette di collegare due mondi tanto diversi quanto connessi tra loro. S’intitola “Lo sguardo e i suo doppio” e prende vita alla Galleria Fidia. Lo andrai a vedere? Un […]
Il Museo Crocetti ospita fino al 7 giugno la mostra Connections a cura di Anna Isopo, un percorso espositivo che mira a cercare e far percepire una connessione creata dalla confluenza dei molteplici […]
Il Palazzo delle Esposizioni di Roma ospita la mostra Vita Dulcis – Paura e desiderio nell’Impero romano ad opera di Francesco Vezzoli in cui l’Antica Roma e il cinema sono messe in parallelo […]
Gli Ambarvalia sono una festività dell’Antica Roma, in onore della dea Cerere, per propiziare la fertilità dei campi e consistente in sacrifici, in riti privati e pubblici che terminano con una processione Gli […]
Riassume un percorso di 2700 anni in modo tanto coinvolgente quanto affascinante, dato che ciò che ospita la suo interno riesce a prendere vita. Avete già visto la mostra “Welcome to Rome”? Una […]
Nel corso dell’età imperiale erano considerati degli ottimi medicinali, in grado curare diversi tipi di malattie. Sapevate che già ai loro tempi il laser rientrava tra questi? La malattia, un fenomeno soprannaturale Capita […]