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143 anni fa Edison otteneva il brevetto per il fonografo. Di che si trattava? Quale fu la prima frase registrata della storia?
Antenato del giradischi, della radio e dei registratori, Edison riuscì nell’intento di costruire un meccanismo, in grado di riprodurre ed annotare i suoni, nel 1876. Il brevetto arrivò due anni più tardi, il 19 febbraio del 1878.
Erano passati quarant’anni dall’invenzione del telegrafo, ma Edison non si sentiva ancora soddisfatto.
(Fonte: Periodico Daily)
Perciò decise di mettersi a lavorare ad un nuovo progetto. L’intento era arduo: non voleva più soltanto trascrivere e trasmettere informazioni a distanza, mediante l’uso di determinati codici; Edison adesso voleva portare a termine un ripetitore acustico, che riuscisse ad incidere su un disco, la voce. In altre parole, voleva realizzare uno strumento, attraverso il quale fosse possibile ripetere più volte lo stesso messaggio, senza bisogno, ogni volta, dell’intervento di un operatore. Mai avrebbe pensato alla portata che dì lì a breve avrebbe avuto la sua invenzione. Più di un semplice ripetitore, Edison creò il fonografo. Quale fu la prima frase che Edison riuscì a registrare su questo prezioso strumento, per dimostrare ai suoi scettici collaboratori il suo funzionamento?
(Fonte: Mondi.it)
Fosse stato inventato da un romano probabilmente la prima cosa che avrebbe inciso sarebbe stata la ricetta corretta della carbonara, qualche stornello o poesia in romanesco, o qualche modo di dire, non credete? Tuttavia, poco prima del Natale del 1877, la prima frase registrata della storia e pronunciata oltreoceano da Edison, con l’intenzione di testare il curioso congegno, fu la filastrocca canticchiata: «Mary had a little lamb», ovvero Mary aveva un agnellino (chissà come avrebbe suonato col termine abbacchio!).
(Fonte: Giornale del Garda)
Ciò che l’inventore riuscì a mostrare ai suoi uomini non fu solo la possibilità di tracciare, con una puntina sulla stagnola, la propria voce, ma poter ripetere a piacimento le parole, ormai registrate. In breve, riuscì in una vera e propria impresa, per l’epoca, perché la membrana, restituendo il suono registrato, ne garantiva un doppio funzionamento, come registratore e come riproduttore. Da quel momento, insomma, sarebbe stato possibile imprimere qualsiasi cosa, non ultime le tracce musicali.
La lungimiranza di Edison ovviamente venne ripagata e, dalla concessione del brevetto, l’oggetto cominciò ad essere utilizzato in tantissimi uffici. Il fonografo aiutava infatti a ridurre i tempi di lavoro, nel compimento di alcune operazioni, permettendo di aumentare i profitti.
(Fonte: Wikipedia)
Certo, Edison non avrebbe mai pensato all’impiego di questo apparecchio in ambiti diversi, eppure anche questo avvenne, come nel caso della musica. La sua idea era soprattutto quella di facilitare la dettatura di lettere negli uffici, creare libri per non vedenti o favorire l’insegnamento della dizione. Senza saperlo però avrebbe addirittura ipotizzato l’avvento della prima segreteria telefonica, affermando un giorno: «Un abbonato del telefono può installare su un apparecchio un Fonografo che, a ogni chiamata, comunicherà all’ufficio centrale che è uscito, e che sarà di ritorno ad una certa ora. Allo stesso modo un abbonato, chiamandone un altro e non trovandolo a casa, potrà fare la sua comunicazione e registrarla sul Fonografo della persona chiamata»! Insomma, il fonografo andò ben oltre le sue prospettive! Cosa avrebbe pensato dei nostri messaggi vocali o del social del momento Clubhouse?
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