Una festa in onore della regina della tavola: la pizza
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A mezzanotte a Roma c’è solo uno spuntino e risponde alla domanda: “ce li famo du’ spaghi ajo, ojo e peperoncino?“. Eppure, questo piatto non ha origini romane…
(Fonte: Fidelity Cucina)
Da solo, o con amici, a Roma a mezzanotte esiste solo uno spuntino: i celebri du’ spaghi ajo, ojo e peperoncino. Ma se ti dicessimo che questa ricetta non nasce a Roma? Ok, ti sembrerà strano, perché è una pietanza talmente iconica da essere considerata originaria della capitale. Eppure, il famoso condimento non è romano, seppure a Roma – e questo è fuori discussione – diventa un modo di essere, vivere e fare.
(Fonte: Il giornale del cibo)
Ma quindi se non è un piatto di origine romana, da dove arriva? Stando ad alcune fonti, pare che i primi a utilizzare i tre ingredienti sulla pasta furono i napoletani. Questo piatto nasce nel sud Italia, dove l’olio d’oliva e il peperoncino erano due ingredienti piuttosto diffusi. Come dire: lasciate il burro al Nord oh voi che entrate! In particolare, poi, in Campania a magnificarne il gusto venivano abbinati non solo con gli spaghetti, ma con le linguine o i vermicelli.
Tra gli antenati, il piatto ne annovera due. Il primo, i vermicelli alla borbonica. Un altro nome, sembrerebbe, dell’ajo e ojo, ma con una buona dose di prezzemolo. Il secondo, gli spaghetti alle vongole fujute, cioè fuggite. Una portata che sa di vongole, ma senza pesce, e che quindi portava in tavola una scodella di spaghetti a base appunto di aglio, olio, peperoncino e qualche pomodorino.
(Fonte: Inside Wine)
Restano poi le ricette antiche, quelle da vecchi manuali impolverati. E allora ecco che a fianco al peperoncino si trova anche il pepe nero, oppure (ancora oggi diffusa) la variante con l’acciuga, a insaporire, saltata nell’olio. A qualcuno piace persino aggiungere un po’ di mollica di pane, o direttamente il pangrattato. Da un lato, per amalgamare meglio il sughetto, dall’altro per dare un tocco di croccantezza al piatto che, così, ne risulta maggiormente bilanciato.
Ma alla fine, allora, come arriva a Roma l’ajo, ojo e peperoncino? Trattandosi di un piatto non particolarmente costoso, per materie prime, sicuramente l’ajo e ojo arriva sotto forma di versione povera, ma più saporita, della classica pasta in bianco. Gli ingredienti potevano essere trovati facilmente dalle famiglie meno abbienti della città, spesso addirittura erano già in dispensa.
(Fonte: Vicaincucina)
Una versione più fresca e ricca di questa ricetta, che anche se non autoctona rientra di diritto nella tradizione culinaria romanesca, qualcuno tende a rivisitarla con l’aiuto di altre due prelibatezze nostrane: qualche foglia di mentuccia romana a smorzare il pizzicore del peperoncino ed esaltare gli altri sapori; e una spolverata di pecorino romano, altro emblema di Roma.
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