La fontana circolare di Villa Carpegna
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Il tappeto di foglie secche scricchiola ad ogni passo, i viali si vestono di arancio, marrone, giallo: sono i colori caldi dell’autunno, che però è freddo. Roma è sempre più romantica e i suoi scorci diventano ancora più suggestivi: non credete?
Gli alberi si spogliano, mostrando tutta la loro vulnerabilità, e la fragilità sfila, lungo i viali di Roma, davanti agli occhi di ognuno. Nel periodo più freddo dell’anno, quello che dall’autunno raggiunge l’inverno, la natura romana perde gli abiti e resta nuda, in tutta la sua bellezza senza orpelli: è freddo, ma i giganteschi Platani di Trastevere sembrano non percepirlo affatto. Se ne stanno lì, chiusi entro tutta la loro maestosità, a mostrare orgogliosi i loro potenti rami, delicatamente inclinati sulle sponde del Tevere. Guardando in alto, il cielo sembra fatto a pezzi: sono le fronde, che tagliano in spicchi il soffitto blu della Capitale. Tutt’un tratto, Roma mostra la sua irrisolvibile contraddizione: contemporaneamente evocativa del senso precario delle cose, ma irrimediabilmente eterna. Un passo dopo l’altro, insieme alle foglie, cadono i rumori dell’estate, delle feste, delle pazzie fatte in spiaggia, dei baci rubati al tramonto. Ed è strano, è assurdo passeggiare da sole, avvolte strette in quel giubbino che è sempre troppo leggero, con le suole che sbriciolano ciò che resta della vita vissuta di una foglia, e non sentirsi sole affatto. Sarà che Roma appare più umana, vittima delle stagioni e del tempo che passa, che cambia, che aggiunge, che toglie; e allora ti fa compagnia, come una vecchia amica a cui confidare ogni pensiero.
Mentre il caos si ovatta, Roma ti stringe, t’abbraccia forte e ti scalda il cuore. Un altro autunno è arrivato: i rossori sul viso, le mani in tasca, l’aria gelida del mattino, il sole che scende troppo presto, la sera, dietro il Colosseo; tu ti nascondi sotto strati di indumenti e Roma, per farsi più piccola e venire con te, sgretola ogni sua ingombrante chioma. Qualcuno ha il coraggio di dire che Roma si spegne, col freddo, che ci si può solo chiudere, in qualche locale, al caldo. Ma avete mai provato ad ascoltare Roma d’autunno? Avete mai provato a sentire il profumo secco e amarognolo delle foglie che ondeggiano verso il terreno? Roma è la città più romantica del mondo, soprattutto quando decide di togliersi di dosso le ostentazioni estive! Non sono i colori accessi a rendere Roma più bella, è Roma ad accedere i colori! Una città che non ha bisogno di grandi cose, una città che esiste meravigliosa senza l’aggiunta di altro: una città che lo sa, perciò non ha paura di lasciarsi ammirare senza abiti! Ogni sarto fallirebbe se volesse cucirgli qualcosa, perché niente le sarà mai davvero alla portata: abitiamo già la sua eleganza, di moda ogni stagione. Provate a camminare lungo i Fori Imperiali, laddove gli sportivi mattinieri, nel gelo dell’alba, si incontrano correndo: Roma dorme ancora, sotto il piumone, e nel suo silenzio tutto sembra possibile. Guardatevi i piedi, guardatevi intorno: sembrano così morbidi, i mucchi di foglie, che vien voglia di tuffarcisi dentro!
E, poi, le castagne vendute nel cono, per le strade del centro! Il fumo di quelle caldarroste, che inebria ogni vicolo. Le panchine fredde sembrano create appositamente per farsi più vicini. La felicità delle piccole cose è tutto ciò che Roma cerca di dirci. La possibilità di andare a visitare quel museo o quella mostra, che non abbiamo ancora visto; la scelta di un film da vedere al cinema; l’opportunità di uscire di casa, anche nelle ore più calde; di godersi l’aria aperta, le passeggiate, i parchi. E perché no, anche l’odore della pioggia, la bellezza degli ombrelli variopinti a Piazza del Popolo, sbirciati dall’alto della balconata del Pincio. La cioccolata calda in qualche Caffè storico del centro, il tè a Piazza di Spagna e la fatica che, col clima meno caldo, si dimezza e ti fa venire voglia di continuare a camminare. L’autunno invoglia a costruire, diciamocelo. Improvvisamente, ti va di stare fuori, di goderti l’idea di una vita che, al contrario di quanto può sembrare, si sta preparando a rinascere. Nei mesi caldi, Roma si svuota e si riempie di turisti, ma ora Roma è di nuova tua ed è una donna senza veli, pronta a mostrare ogni parte di sé. Roma è un corpo nudo di Canova: perfetta e libera, ma soprattutto pronta a farsi vestire, a farsi raccontare da ognuno di noi. È una tela bianca, apparentemente vuota e, invece, necessaria per incominciare a dipingere.
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