Il ricordo di Monica Vitti, la donna che ha cambiato il cinema italiano
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(Fonte: Rai)
Nino Manfredi è un’icona. Insieme a Mastroianni, Gassman, Tognazzi e Sordi ha rappresentato un’eccellenza del cinema italiano e romano nel mondo. Non a caso, vinse il Festival di Cannes con Per Grazia Ricevuta nel 1971, nove David di Donatello e otto Nastri d’argento. E tuttavia, proprio con Sordi, non scorse sempre buon sangue. A dirla tutta, in un’intervista Saturnino Manfredi, detto Nino, disse una volta: «Sordi è un personaggio, io sono un attore, perché faccio tanti personaggi». Capite bene che questo creò qualche dissidio, tra i due, sebbene recitarono a coppia nel film Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?.
La carriera di Nino Manfredi è ricca di esperienze. Tra le tante, fu anche doppiatore. Prestò ad esempio la voce al collega Marcello Mastroianni in Parigi è sempre Parigi o Le ragazze di Piazza di Spagna. I più attenti noteranno, poi, la voce di Nino anche nel doppiaggio di Franco Fabrizi nella pellicola I Vitelloni, cult degli anni ’50, diretta dal regista pluripremiato Federico Fellini.
(Fonte: Rai)
Ma Nino Manfredi fu anche il primo a portare in scena al Sistina, negli anni ’60, una maschera romana che, da quel momento, diventerà celebre, dettando il vocabolario di un certo tipo di romanità. Stiamo parlando della commedia musicale di Rugantino. Dopo di lui, tanti altri si cimenteranno in quelle vesti, come Enrico Montesano, Valerio Mastandrea ed Enrico Brignano. Fu inoltre il primo grande attore a prestare il volto per i caroselli pubblicitari o a inserire nei suoi film il product placement (prodotti da pubblicizzare che entrano naturalmente a far parte della narrazione cinematografica, in alcune scene).
Tutti ricorderete, poi, la bellissima Tanto pe’ cantà. Non solo una canzone, ma un simbolo della sua arte, del suo modo di essere e della città di Roma. Pare che la realizzò, insieme a Petrolini e Simeoni, negli anni ’30 quando, bloccato a letto durante un ricovero, imparò a suonare. È lì che gli venne in mente d’idearla, per svilupparla definitivamente tanti anni dopo. La prima volta lo portò in scena nel 1970 al Festival di Sanremo.
(Fonte: Ottopagine.it)
Infine, vi segnaliamo qualche luogo dedicato a questo attore nato in Ciociaria. A Ostia c’è un teatro che, dal 2005, porta il suo nome, ad esempio. Se vi capita di andare al Giardino degli Aranci, dal 2006, c’è un viale in suo onore. Persino nel cielo c’è un asteroide che è stato ribattezzato, dall’osservatorio astronomico di Campocatino nel 2007, come 73453 Ninomanfredi.
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