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Fontane e Roma vanno a braccetto, tutti lo sanno, ma quali sono le sette fontane più iconiche e belle della città?
Sette erano (forse) i colli, sette (forse) i primi re e sette sono le fontane che abbiamo scelto per voi, come le più belle di Roma. Perché sette è il numero di Roma, ma questa è un’altra storia…
È la fontana più celebre di Roma, la protagonista indiscussa, insieme alla Ekberg e a Mastroianni, de La dolce vita di Fellini, e quella in cui, ogni tanto, qualcuno lancia una monetina, sia mai portasse bene sul serio! La Fontana di Trevi non è nemmeno più una fontana: è un’istituzione di questa città! E non si può non cominciare da lei, se si parla di fontane. Inaugurata nel 1762, questo monumento celebra quest’anno i 260 di vita! D u e c e n t o s e s s a n t a: e sta ancora lì, a riempirci gli occhi di bellezza! Sta lì, dove un tempo sorgeva il più antico acquedotto romano, quello dell’Acqua Virgo, e coi suoi milioni di visitatori ogni anno è la fontana più grande della capitale, forse persino la più bella fra le belle!
Navigatore impostato su piazza Navona e si arriva ad una delle fontane con la storia più controversa di Roma, la Fontana dei Quattro Fiumi. Sebbene nessuno possa ancora affermare con certezza la verità sul caso “Bernini vs Borromini, la sfida senza mezza misure“, che la vede proprio al centro del dibattito, questa è sicuramente una delle opere artistiche (dedicate all’acqua) più straordinarie della capitale. Pensate che nella sua architettura barocca la fontana, che ritrae i principali fiumi della Terra (fino al 1651 conosciuti), mise a lavoro oltre il genio di Bernini, un vero e proprio gruppo di scultori!
Si trova ai piedi di una delle scalinate più famose e alla moda di Roma: la Fontana della Barcaccia guarda dal basso la Chiesa di Trinità dei Monti, a Piazza di Spagna, dal 1629. E con che forma lo fa! Simile ad una barca, e probabilmente ispirata proprio alla presenza di una barca in secca nella piazza, forse perché utilizzata per antiche naumachie, questa fontana, commissionata al Bernini, riscuote ancor oggi tantissimo successo negli sguardi dei turisti che la vengono a vedere. Qualcuno, a dire la verità, voleva vederla così bene da vicino che poi, senza volerlo eh, j’ha pure rotto ‘n pezzo!
Dalla scintillante via Veneto si scivola dritti dentro Piazza Barberini: è qui che si trova la Fontana del Tritone che, su commissione di Papa Urbano VIII, Bernini (si, sempre lui) realizzò nel Seicento. Figlio di Poseidone, dio del mare, questo personaggio mitologico chiamato Tritone se ne sta in ginocchio su un’enorme conchiglia, sorretta da quattro delfini, a guardare la gente andare e venire dalla piazza. Era la prima volta che l’artista utilizzava un nuovo espediente scultoreo e, sebbene le numerose critiche, alla fine funzionò. Andando contro ogni nozione dell’epoca, ed ogni opera realizzata fino a quel momento, Bernini tentò di far poggiare il gruppo centrale dell’opera su una struttura con un vuoto al centro (le code dei delfini lasciano, infatti, uno spazio vuoto) e vi riuscì!
Campo Marzio, fine ‘500. La zona è talmente popolosa che iniziano i lavori per realizzare dei condotti idrici. Tra le fontane previste, in particolare, c’è la Fontana delle Tartarughe, progetto ambizioso dello scultore Taddei Landini: un’opera con quattro efebi e otto delfini. La pressione dell’acqua, però, non è abbastanza. I delfini si riducono a quattro, e i quattro restanti vengono spostati a Campo de’ Fiori, sulla Fontana della Terrina, poi posta in piazza della Chiesa Nuova. Leggenda narra che, la Fontana delle Tartarughe, fu commissionata dal duca Mattei, per stupide il futuro suocero che non voleva concedergli la figlia in moglie. Dai racconti popolari pare che egli fece realizzare l’opera, di fronte alla finestra della ragazza, in una sola notte!
Al centro di piazza della Repubblica, a pochi passi dal rione Monti e dalla Stazione Termini, nel 1901 viene posizionata l’opera dello sculture Mario Rutelli: una fontana con quattro ninfee che, però, fa molto scalpore, considerata indecente dal Vaticano e quindi coperta da uno steccato, per via dell’avvenenza delle quattro protagoniste nude. “L’uomo è superiore agli eventi fisici, alla precarietà della natura” – sembra dire la Fontana delle Naiadi, nel personaggio di Glauco che alto svetta al centro, tenendo in mano un delfino. Saranno gli stessi romani, a seguito di una piccola sollevazione popolare, ad abbattere le travi in legno tutt’intorno alla fontana.
Non puoi dire di essere stato a Piazza del Popolo se non ti sei fermato, almeno una volta, ad osservare la sua grandiosa Fontana dei Leoni! A realizzarla e inaugurarla, nel 1828, l’architetto Giuseppe Valadier. Nello stesso punto, va detto, c’era un’altra fontana prima di questa, eppure la struttura mancava d’armonia, soprattutto nei riguardi dell’Obelisco, che dal 1589 era stato posizionato lì. È per questo che Valadier pensò ai leoni, perché la nuova fontana potesse fondersi meglio con lo stile egizio del monumento. Tra la Fontana della Dea e quella del dio Nettuno a circoscrivere il perimetro circolare della piazza, ancor oggi è possibile ammirare i quattro leoni riempire le vasche ai lati di quest’opera, sui cui scalini ci si può persino sedere – come molti fanno -.
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